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Vita Da Partenopei Podcast

7 Episodes

10 minutes | Mar 3, 2021
Puntata 6 – La Fontana delle Zizze ⛲
Oh, una dritta per tutti i maschietti sporcaccioni in ascolto:proprio a due passi dalla sede centrale dell’Università di Napoli, se vi intrufolate in un vicoletto dietro corso Umberto, ci sta una signorina che vi mostra le tette!Se potete andate a dargli uno sguardo!Fatemi sapere si vi sono piaciute. 😋Attenzione però, la tipa graffia, ha zampe da uccello.E poi… vi avviso: sono finte! 😁 Oggi parliamo di una delle fontane di Napoli.Non la più grande, ma sicuramente una delle la più belle. Personalmente la mia preferita.A dire il vero quella che trovate in strada è pure una copia, fedele all’originale, realizzata agli inizi del ‘900. Però è un’opera con carattere, sensualità, storia… e tanto altro.C’è da parlarne, insomma. Tanta da farci una puntata qui su VDP Podcast. La Fontana della Spinacorona In questa puntata vi presento la Fontana della Spinacorona.Meglio conosciuta col suo più diretto e convincente nome popolare:la fontana delle zizze. Come l’avreste chiamata voi una fontana che raffigura una bella ragazza che stringe i seni dai quali viene fuori dell’acqua? Dove si trova la Fontana della Spinacorona? Ci troviamo a due passi dalla sede centrale dell’Università Federico II, in un vicoletto alle spalle di Corso Umberto I, verso piazza Nicola Amore. La strada si chiama via Giuseppina Guacci Nobile.La fontana si trova su una delle pareti esterne della chiesa di Santa Caterina della Spina Corona. Partenope, Sirena vecchia scuola: donna-uccello Il soggetto principale di questa fontana è una Sirena. Eh sì, è proprio lei: Partenope, icona mitologica di Napoli. Attenzione, però, vi avviso: è una sirena di vecchia scuola. Dimenticate gli stereotipi disneiani e le dolci parvenze ibride donna-pesce. La signorina in questione è femmena, non è così giovane come invece suggerirebbero le sue toniche sembianze.Le prima volta in cui si hanno testimonianze scritte sulla fontana della Spinacorona è infatti nel 1498. Si parla della fontana di un documento relativo alla distribuzione idrica in città: la Platea delle acqua.Fonti meno certe daterebbero parte della fontana, ed esattamente la sola struttura sovrastante la vasca, addirittura al 1139. Sirena? Meglio se napulegna! Una cosa è certa: quando la fontana è stata realizzata si era ancora nel medioevo, o comunque quest’ultimo era volto al termine da pochissimo. E nella medioevo le sirene venivano rappresentate perlopiù non con sembianza di donna-pesce, ma dall’aspetto misto di donna e uccello. Le sirene “marine” presero il sopravvento solo successivamente. Nella produzione artistica medievale vi è addirittura assenza di sirene con la coda di pesce prima del XI-XII secolo! La Sirena Partenope della Spinacorona è una donna alata e con robuste zampe da uccello, dotate di artigli da aquila.Ve l’avevo detto che graffiava… 😂 Descrizione della Fontana A parte la Sirena dai cui seni zampilla l’acqua, la fontana ha tante altre particolarità interessanti.Continuiamo quindi ad analizzare l’opera nella sua interezza. Subito sotto la donna alata, sopra la vasca, troviamo una rappresentazione del Vesuvio.Il vulcano è lambito da flutti di lava e sulle sue falde sono scolpiti un violino e delle lingue di fuoco.In pratica Partenope è intenta a spegnere i fuochi del Vesuvio con l’acqua che sgorga dai suoi seni. Secondo quanto ho trovato nelle mie ricerche la simbologia dell’immagine della sirena è soggetta a due interpretazioni: Partenope che, con la sua bellezza, ferma l’eruzione e impedisce al Vesuvio di sommergerla nelle fiamme. Quindi la semplice rievocazione e celebrazione di qualche eruzione storica poi conclusasi senza danni a Napoli;il potere (la Sirena) impegnato a placare i tumulti del popolo Napoletano (il rabbioso Vesuvio); Io propenderei per la prima ipotesi.Voi pensatela come volete ma sappiate che, a chiudere il cerchio di questa scena carica di pathos, c’è una lapide con sopra incisa la frase in latino: Dum Vesevi Syrena Incendia Mulcet.Mentre la Sirena addolcisce l’incendio del Vesuvio.Incisione in latino presente sulla Fontana della Spinacorona Ah, non dimentichiamoci del violino scolpito in rilievo sul Vesuvio.È un chiaro riferimento alla musica, arte da sempre profondamente legata alla città di Napoli. Sotto la parete, a sorreggere Vesuvio e Sirena, c’è una vasca rettangolare in marmo che raccoglie l’acqua.La vasca è abbellita da altorilievi di ghirlande e degli stemmi del viceré e della città di Napoli. Simmetriche ai lati della vasca sono poste due lastre in marmo con altorilievi rappresentanti lo stemma di Carlo V, simboliche colonne e fregi geometrici. Dal punto di vista artistico e scultoreo, l’opera costituisce una testimonianza del passaggio dai gusti medievali alle prime forme e decorazioni barocche. Bisogna tenere conto che l’opera ha subito nel corso dei secoli numerose modifiche.La struttura principale, Sirena-Vesuvio, semplice e senza elementi di aggiunta è quasi sicuramente risalente all’epoca medievale.Tutti gli altorilievi che si trovano sulla vasca e ai lati di quest’ultima, che virano verso un gusto certamente più barocco, sono stati invece aggiunti durante il restauro avvenuto a metà del 1500 per volere del vicerè don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga. Come già detto, l’opera presente oggi in strada è una copia dell’originale che è stata prima restaurata negli anni ’20 del secolo scorso, per poi essere, qualche anno dopo, rimossa e custodita presso il Museo Nazionale di San Martino. La copia copia identica venne scolpita da Achille D’Orsi. Oggi, lo stato di conservazione della copia, così come tra l’altro riportato su un documento ufficiale che ho trovato sul sito del Comune di Napoli, non è entusiasmante.Ci spaccature evidenti e numerosi danni al marmo. Il documento che ho citato definisce lo stato addirittura “pessimo”. Inoltre il distacco della parete di fondo, a causa dell’umidità, inizia a diventare davvero importante. Ho invece cercato un po’ di informazioni sull’opera originale custodita al Museo di San Martino.In rete non ho trovato praticamente niente. Ho trovato solo su un articolo de Il Mattino, con la foto di una sirena identica, ma fortemente danneggiata e mancante di alcuni pezzi importanti come viso e ali superiori. Immagino sia parte dei pezzi custoditi al museo. Nel frattempo mi sono ripromesso di recarmi quanto prima al Museo per indagare di persona. Se volete restare aggiornati su cosa troverò di persona scrivetemi una e-mail a info@vitadapertenopei.it, e non mi scorderò di voi. 😉 Link La sirena che placa l’ardore del Vesuvio (e dei napoletani), da l’Uovo di Virgilio, Il MattinoDocumento ufficiale sui lavori di restauro sul sito del Comune di NapoliDonna uccello, maggiori informazioni sull’iconografia e nell’immaginario medievale della Sirena Credits Sigla: Una Sera A Napoli (2019) – A.K.1974 Scrivi a info@vitadapartenopei.it e facci sapere se questa puntata ti è piaciuta, o dicci se c’è qualche argomento specifico di Napoli che vorresti sentirti raccontare. Se questo podcast ti è piaciuto lascia una recensione positiva con tante stelle ⭐ su iTunes o il canale dove lo ascolti (altrimenti desisti 🙂 ). L'articolo Puntata 6 – La Fontana delle Zizze ⛲ proviene da Vita Da Partenopei.
9 minutes | Jan 3, 2021
Puntata 5 – ‘O Chiavicone non c’è più 😢
Ciao ragazzi, come va? È da un po’ che non ci si sente.Io sono in ferie, ed ero un po’ dispiaciuto, quindi mi sono messo al microfono.Sono dispiaciuto perché ieri, 2 gennaio 2021, è scomparso qualcosa che mi fermavo spesso a guardare.Lì, davanti al mare.Mentre tutti i tamarri del Lungomare Liberato si accalcavano dinanzi un osceno cancello arrugginito pieno zeppo di catenacci, il mio sguardo puntava sempre un po’ più in basso. foto: https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/arco_borbonico_colonna_spezzata_ecco_muoiono_ultimi_ricordi_luciani_re-4593779.html L’arco dopo il crollo C’era un arco in pietra nera, che rappresentava il punto terminale dell’antico sistema fognario della città di Napoli.Ma anche, tra 1800 e 1900, un approdo per pescatori e piccole imbarcazioni. Bene, da ieri, quell’antico pezzo di storia partenopea non c’è più.Colpa di una mareggiata e del maltempo.Colpa di chi, per oltre un decennio, ha temporeggiato e fatto finta di nulla. Il Chiavicone non c’è più! Le chiaviche , invece, dopo aver passato un capodanno senza pensieri, continueranno a non averne, di pensieri. Figurati se 4 pietre a mare intaccheranno le loro coscienze. D’altronde… erano solo 10 anni che veniva pubblicamente denunciato lo stato di fatiscenza della struttura. Dicevamo. Da ieri 2 gennaio 2021, l’antico arco borbonico di via Partnope non c’è più.Aveva resistito alla recente mareggiata di fine dicembre, quella che avevano arrecato danni a tutte le attività commerciali del lungomare.Poi ha ceduto, pare a causa del maltempo che c’è stato in questi giorni. Già nel 2018 una forte mareggiata ne aveva compromesso la stabilità.Tutto il basamento di pietra era stato praticamente spazzato via e l’arco, dal peso di diverse tonnellate, poggiava sulla porzione di un singolo masso.A guardarlo sembrava che stesse lì a sfidare le leggi della fisica.Erano davvero pochi centimetri di appoggio. Per preservare la struttura si era intervenuti sostenendola con delle impalcature in tubi innocenti.Poi le cose sono andate come sono andate.E magari dopo cerchiamo di capire per colpa di chi. Prima però vediamo un po’: Cosa era questo arco borbonico? Era un manufatto dalle diverse anime. Un vecchio approdo per piccole imbarcazioni, dicono in molti ;Ma anche – e soprattutto – la parte finale dell’antica cloaca maxima partenopea. La prima natura dell’arco, quella di molo di approdo, è relativa.Come fa giustamente notare IdentitaInsorgenti.com in un articolo commemorativo a Napoli un molo borbonico già c’era ed era ubicato a Santa Lucia, lì dove prima arrivava il mare.L’arco in questione nacque nei primi anni dell’Ottocento, quando l’allora canale fognario a cielo aperto della città di Napoli, il chiavicone, venne interrato. L’arco venne costruito proprio per fare da frangiflutti alla cloaca che sfociava a mare. Raccolta di dipinti e fotografie riguardanti l’arco borbonico, fonte: https://www.identitainsorgenti.com/il-crollo-cede-larco-borbonico-del-chiavicone-di-via-partenope-in-abbandono-da-anni/ Ovviamente, a parte questo, è praticamente certo che la struttura venisse utilizzata in modo saltuario come punto di appoggio dalle piccole imbarcazioni di pescatori luciani, benché si trovasse in condizioni abbastanza sfavorevoli per approdarvi quando vi erano condizioni avverse di vento e mare. A indurre inoltre in errore tutte le persone che ne hanno interpretato la natura dell’arco come quella di approdo vi sono sicuramente le numerose testimonianze artistiche e fotografiche che ritraggono il manufatto con imbarcazioni attraccate. Fotocromia di inizio ‘900 Il Chiavicone fu un piccolo attracco temporaneo per pescatori e altre imbarcazioni, ma soprattutto la parte finale della nascente rete fognaria partenopea. Di chi è la colpa? Praticamente l’arco, il Chiavicone, era una fogna? Sì.Aveva rilevanza storica per la città di Napoli? Sì, certo.E pertanto era un bene da tutelare. Peccato. Peccato soprattuto perché, come già detto, la struttura aveva resistito alla mareggiata di fine anno. Tanto che Il Mattino, il 30 dicembre, titolava:Napoli, la mareggiata sul lungomare risparmia l’antico (e precario) molo borbonico Di chi è la colpa del crollo?Leggo le parole di Francesco Carignani Di Novoli, consigliere comunale, sulla sua pagina Facebook.Carignani allega al post Facebook tutti gli screenshot delle passate segnalazioni pubbliche di marzo e ottobre, oltre alla copia della sua lettera di sollecito di intervento inoltrato all’Autorità Portuale. Qualcuno tra i commenti, lucidamente, fa notare che se è vero che la sopraintendenza ha affidato il tutto all’autorità portuale, il comune continuava ad avere vari organi per vigilare (ed è ciò che ha fatto lo stesso Carignani). Ma anche la sopraintendenza stessa doveva sorvegliare l’operato dell’autorità. Il punto però è un altro.È stata la fine annunciata di una memoria storica. Fosse pure un pezzo di fogna. Forse a Napoli fa più “cultura” il Pizzafest?O forse, come qualcuno chiede, l’arco borbonico era solo di intralcio ai progetti di ampliamento del lungomare? Difficile, onestamente, trovare un disegno tanto preciso dinanzi la pluriennale indifferenza istituzionale. Difficile, per molti, comprendere che un manufatto borbonico, seppur un vecchio pezzo di fogna, opportunamente valorizzato, a lungo termine ti fa vendere qualche pizza in più sul territorio. Link IL CROLLO / Cede l’arco borbonico del chiavicone di via Partenope https://www.facebook.com/storienapoli/posts/2888851371394310https://www.napolitoday.it/cronaca/crollo-chiavicone-approdo-borbonico.htmlhttps://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/arco_borbonico_colonna_spezzata_ecco_muoiono_ultimi_ricordi_luciani_re-4593779.htmlFotocromia del molo nel suo stato originale: https://mymodernmet.com/naples-1900-photos/ Credits Sigla: Una Sera A Napoli (2019) – A.K.1974 Scrivi a info@vitadapartenopei.it e facci sapere se questa puntata ti è piaciuta, o dicci se c’è qualche argomento specifico di Napoli che vorresti sentirti raccontare. Se questo podcast ti è piaciuto lascia una recensione positiva con tante stelle ⭐ su iTunes o il canale dove lo ascolti (altrimenti desisti 🙂 ). L'articolo Puntata 5 – ‘O Chiavicone non c’è più 😢 proviene da Vita Da Partenopei.
12 minutes | Jul 9, 2020
Puntata 4 – Escursione sul Monte Gauro
Il Monte Gauro è il vulcano più alto dei Campi Flegrei, tanto che il suo nome deriva dal greco: Gauro=Maestoso. In questa puntata vi racconto dell’escursione fatta sulle sue vette, nel mese di Giugno, con gli altri membri del team VitaDaPartenopei. Esploreremo le tre cime che lo compongono:– Monte Barbaro– Monte Sant’Angelo– Monte Corvarae parleremo del suo cratere, conosciuto col nome di Campiglione. Durante l’escursione abbiamo fatto decollare il nostro drone.Le immagini del video finale parlano da sole: Dal Vesuvio ai Campi Flegrei: la vista MOZZAFIATO dal Monte Gauro Il punto esatto da cui partire per l’escursione è questo:https://goo.gl/maps/xDTSxoK5MLfmWJhG7Occorre imboccare il piccolo sentiero che si trova sulla sinistra (avendo di fronte il Carney Park). Di seguito un’immagine che riassume la composizione delle vette che compongono il complesso del Gauro: Fonte: http://www.archeoflegrei.it/monte-barbaro-un-inedito-achille-vianelli/ Link Il Monte Barbaro in un inedito di Achille VianelliLa tradizione magico religiosa del Monte GauroTrekking lungo il cratere del Monte Gauro nei Campi FlegreiLa Chiesa di S. Michele Arcangelo sulla cima del Monte S. Angelo Credits Sigla: Una Sera A Napoli (2019) – A.K.1974 Puntata del podcast su Youtube Scrivi a info@vitadapartenopei.it e facci sapere se questa puntata ti è piaciuta, o dicci se c’è qualche argomento specifico di Napoli che vorresti sentirti raccontare. Se questo podcast ti è piaciuto lascia una recensione positiva con tante stelle ⭐ su iTunes o il canale dove lo ascolti (altrimenti desisti 🙂 ). L'articolo Puntata 4 – Escursione sul Monte Gauro proviene da Vita Da Partenopei.
10 minutes | Dec 28, 2019
Puntata 3 – Lota!
Lota! Quante volte hai sentito pronunciare questa parola napoletana come offesa o, più semplicemente, a mo’ di scherno? A Napoli con la parola lota si indica un individuo che ha avuto un comportamento discutibile al solo scopo del proprio interesse personale. La lota rappresenta la fanghiglia, il guado, la sporcizia. Uomo immerso nella… lota. In questa puntata vi parlo in modo approfondito di uno dei termini offensivi più diffusi della città: cosa significa “Sei proprio una lota”?significato letterale del termineorigine latina della parolasingolare e plurale della parola lotauna antico e poverissimo mestiere partenopeo: il lutammarouna lota non napoletana: il neti lotariflessioni sull’utilizzo e la pronuncia della parola Scrivi a info@vitadapartenopei.it e facci sapere se questa puntata ti è piaciuta, o dicci se c’è qualche argomento specifico di Napoli che vorresti sentirti raccontare.Se questo podcast ti è piaciuto lascia una recensione positiva con tante stelle ⭐ su iTunes o il canale dove lo ascolti (altrimenti desisti 🙂 ). Link Il lutammaroLutum, luta, lutiNeti lota Credits Sigla: Una Sera A Napoli (2019) – A.K.1974 Gli spezzoni audio utilizzati nella puntata sono tratti da: Video non inseriti in puntata e relativi episodi correlati alla parola lota: discutibili, poco eleganti, eccessivi, condannabili… ma oggettivamente divertenti. 🙂 https://www.youtube.com/watch?v=bfIgyVRC2yY L'articolo Puntata 3 – Lota! proviene da Vita Da Partenopei.
17 minutes | Nov 4, 2019
Puntata 2 – Una serata al San Carlo
Oggi Vita da Partenopei Podcast vi porta nel teatro d’opera più antico d’Europa. Esploriamo insieme il San Carlo di Napoli In questo puntata vi racconto come è stato assistere alla La Traviata di Giuseppe Verdi nel teatro simbolo della città. Tra le altre si parla di: architettura neoclassica che portò stile e tendenza in tutta Europavita mondana: outfit e un caffè all’operastoria e costruzione del teatrolo stemma borbonico nascostoil palco realespecchi e disciplinare… da applauso Scrivi a info@vitadapartenopei.it e facci sapere se questa puntata ti è piaciuta, o dicci se c’è qualche argomento specifico di Napoli che vorresti sentirti raccontare.Se questo podcast ti è piaciuto lascia una recensione positiva con tante stelle ⭐ su iTunes o il canale dove lo ascolti (altrimenti desisti 🙂 ). Link Il Teatro San Carlo tra le “Meraviglie” di Alberto AngelaTutti gli articoli relativi il San Carlo sul blog di Angelo Forgione“Adotta una poltrona”Il Teatro San Carlo su WikipediaLo stemma borbonico riscoperto Credits Sigla: Una Sera A Napoli (2019) – A.K.1974 Lo spezzone audio che recita Stendhal «Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. […] Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea.» è tratto da “Meraviglie, la penisola dei tesori” . L'articolo Puntata 2 – Una serata al San Carlo proviene da Vita Da Partenopei.
12 minutes | Oct 7, 2019
Puntata 1 – Il Cratere degli Astroni
Una riserva naturale all’interno di un cratere vulcanico (forse) spento. Natura intatta, tre piccoli laghi, fauna e flora locale… ma anche qualche dinosauro. 😉 Tutto questo a nemmeno 15 km dal Centro Storico di Napoli. fonte foto: https://www.piuturismo.it/cratere-degli-astroni Archiviata la puntata pilota numero 0 il podcast Vita Da Partenopei inizia seriamente parlandovi degli Astroni: Cosa sono e come si presentanoStoriaFauna e floraConsigli per visitarliNews e curiosità Scrivi a info@vitadapartenopei.it e facci sapere se questa puntata ti è piaciuta, o dicci se c’è qualche argomento specifico di Napoli che vorresti sentirti raccontare.Se questo podcast ti è piaciuto lascia una recensione positiva a 5 stelle su iTunes o il canale dove lo ascolti (altrimenti desisti 🙂 ). Link Gli Astroni visti dal satellite su Google MapsMappa dell’Oasi (in PDF)Sito ufficiale del Cratere Degli AstroniSito della mostra Dinosauri in Carne e OssaGuida PDF agli Astroni Credits Sigla: Una Sera A Napoli (2019) – A.K.1974 L'articolo Puntata 1 – Il Cratere degli Astroni proviene da Vita Da Partenopei.
12 minutes | Oct 3, 2019
Puntata 0 – I Friarielli
Uno degli alimenti simbolo in cui si identifica la città di Napoli sono i friarielli. In questa primissima puntata pilota del podcast scopriamo di più su questa verdura, oltre a qualche dritta su come cucinarla o assaggiarla in ricette alternative. Link Pagina Wikipedia dedicata ai friarielliAmmonnare i friarielliSalsicce e friarielli: video-ricetta ben fatta“Sembra una cima di rapa, ma non è una cima di rapa” 🙂Scialatielli cozze e friarielli, ricettaFriarelli… senza un “i” sono peperonciniI friggitelli fatti in padellaSushi e Friarielli – Daniele SepeSfogliatella Salsiccia e FriarielliCuori di SfogliatellaCiarly a Fuorigrotta Credits Sigla: Una Sera A Napoli (2019) – A.K.1974 L'articolo Puntata 0 – I Friarielli proviene da Vita Da Partenopei.
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