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Larrycette

10 Episodes

8 minutes | Feb 24, 2016
Come donare i capelli, ovvero: come tagliarsi i capelli senza tagliarsi le vene
Se siete di quelle donne o di quegli uomini fighi e sicuri di loro, che portano capelli corti e nonostante questo si sentono perfettamente a proprio agio, le une indiscutibilmente femminili, gli altri comunque bad-boy quanto basta (vedi esempio sopra), non siete il target di questo post - ma mi fa piacere se restate, io parlo con tutti. Con questa guida a come donare i capelli mi rivolgo soprattutto, però, a chi porta i capelli sotto le spalle, dalle più romantiche delle ragazze ai più irriducibili tamarri dell'hard rock.     Se da tempo vi frulla in testa l'idea di accorciare la chioma, ma la prospettiva di anni di rimpianti vi trattiene, non dovete più avere paura! Io ho trovato il modo di tagliarsi i capelli senza poi dover poi tagliarsi le vene. In altre parole: Donare i capelli per tagliarli e non pentirsi Il problema di chi porta i capelli lunghi e non li vuole tagliare è che ha dei bei capelli (mi sto vantando, sì, ho quarant'anni, posso smettere di vergognarmi di minuscole qualità). I pelati si staranno domandando come avere dei bei capelli possa essere un problema, ma sappiano che è una cosa tipo quella dell'Uomo Ragno: noi col dono dei capelli belli ci sentiamo investiti della responsabilità di tenerli al mondo.   Se, però, i nostri bei capelli, dopo il taglio, non andassero perduti, ma continuassero la loro esistenza semplicemente altrove, tagliarli non sarebbe più un sacrilegio. Quante volte, noi con dei bei capelli, ci siamo sentiti dire "Oh, che capelli lunghi! E che folti! Perché non me ne dai un po', tu che ne hai tanti?" Ebbene, si può fare!   L'iniziativa si chiama Un angelo per capello (gran nome, neh?) e consiste in una beneficenza speciale, fatta di donazioni di parrucche alle pazienti oncologiche in difficoltà che ne fanno richiesta. In questo modo si dà loro un sostegno economico e psicologico. Le parrucche non sono fatte con i capelli che vengono donati,
7 minutes | Jan 17, 2016
Ristorante Pizzeria Bella Pollastrella, Cannaregio 408, Venezia
 Per quanto io non me ne capaciti, il calendario parla chiaro: il 16 gennaio è passato, e con esso è passata anche la tanto attesa Venezia notturna. Dopo essere passata davanti al calendario per due settimane (pure un po' di più, se consideriamo che era segnata anche su quello vecchio) e averla vista sempre troppo lontana, all'improvviso è trascorsa. Finita, andata, archiviata, appartenente al passato: d'ora innanzi, quando guarderò il calendario e penserò "oggi siamo qui", la gara di Venezia sarà sempre in una delle righe soprastanti. A proposito di "soprastante" e di "orienteering": fate caso a quanto sia inquietante il nostro planning annuale.   La novità di quest'anno è che si è cambiato luogo di ritrovo: in Cannaregio anziché Dorsoduro (era Dorsoduro? Mah...). E di tutto questo che importa ai piccoli lettori di Larrycette? Importa, perché il nuovo ritrovo ha implicato che avessimo scelto - dopo anni all'Osteria San Trovaso) un nuovo locale per cenare. E la scelta è caduta sul ristorante - pizzeria - paninoteca - specialità messicane - ancora un po' calzolaio   Bella Pollastrella, Venezia, Cannaregio 408   La scelta del locale è stata molto accurata e scientifica. Volevamo andare da Marisa, di cui avevamo sentito dire un gran bene, ma Marisa c'ha - letteralmente - otto tavoli, e siccome ne sentono parlare un gran bene un po' tutti, bisogna prenotare con un certo anticipo. Siccome sia Zzi che il Proficuo Professore hanno culo, proviamo a passarci davanti lo stesso e a vedere com'è la situazione, ma siccome io e la Fantastica Farmacista abbiamo altre qualità, il locale straborda di persone che neanche riescono a stare sedute, così giriamo sui nostri consumati tacchi e cominciamo a vagliare ad uno ad uno i locali davanti a quali passiamo.     Saltiamo la pizza al taglio e la creperia, escludiamo una trattoria piena di gente e  ci infiliamo affamati come orientisti da La Bella Pollastrella, che non ha l'aria del tipico posto in cui mi infilo io, ma sembra pulito, ha posto e io non sono in condizioni di andare per il sottile.     La Bella Pollastrella di Venezia in breve Indiriz
3 minutes | Sep 3, 2015
Google, mi fai una pippa!
Con inusitata tempestività, questo blog si rinnova in concomitanza con il rebranding di Google. Coincidenze? In realtà, sì. Dopo avervi sottoposto una serie di logo (prestito, indeclinabile) fra i quali non sapevo scegliere, ne ho elaborato un altro, completamente diverso, che mi convince un casino. A parte il trascurabile dettaglio che non contiene il nome del blog da nessuna parte, lo trovo proprio evocativo. Potete anche dire che vi fa cagare, ma per un po' ce lo teniamo, apportando, al massimo, qualche piccola modifica. Per inciso: l'estrazione del premio avverrà comunque, solo prevedo di metterci quei due o tre anni a compierla, ma voi abbiate la consueta fiducia. Dopo aver passato giorni a cercare un nuovo tema e a personalizzarlo, ho gettato tutto il lavoro giù dal cesso a favore del tema che state or ora apprezzando, leggibile ed essenziale come non mai. Ha lo svantaggio di non essere quasi per nulla personalizzabile (almeno, non da me, che non oso smanacciare nell'editor), ma volete mettere come è chiaro? [Parte in cui recrimino su come era bello, funzionale e profondamente incompreso il tema precedente, omessa per non apparire rancorosa] [Parte in cui mi lamento sul lavoro di riorganizzazione dei contenuti esistenti, troppo estrosi per l'impostazione funzionalista attuale, omessa per non apparire rancorosa] [Parte in cui vi metto a parte delle formidabili idee che mi sono venute per i prossimi post, che chissà  mai quando avrò il tempo di attuare, omessa per non apparire rancorosa] [Parte in cui vi racconto la mia vita affannosa a giustificazione della scarsezza di contenuti nuovi in questo blog, omessa per non apparire rancorosa] Spero che il nuovo layout sia gradito ai miei lettori affezionati, i quali - è vero - sopportano tutto e non mi lasciano mai, ma non per questo vanno presi a cucchiaiate nelle gengive. Spero anche che attiri nuovi lettori perché - diciamocelo - se era per scrivere per me, tenevo un diario nella mia testa e risparmiavo un sacco di tempo; se pubblico in rete è perché voglio fama,
7 minutes | Aug 10, 2015
ESB – Opicina (Bar Hotel Daneu): è sempre Bruce!
Anni che prometto la recensione di Bruce a Opicina. Mo ve la beccate, senza tanti preamboli.   ESB - E Street Village, ex bar dell'hotel Daneu, Opicina (Trieste) Tempo fa avevo recensito con entusiasmo un pub di Italiani: El Covo de Jameson, fra le cui doti annoveravo Bruce, un agguerrito, ma stimabile, concorrente per il pit. Perché - lo dico qua per inciso - noi fan di Springsteen ci stimiamo, fra un tour e l'altro, a tratti ci vogliamo anche bene. È quando parte la vendita dei biglietti e c'è da accaparrarsi la transenna che saremmo capaci di scannare nostra madre, ma fino ad allora regnano armonia e fratellanza. Un po' meno tempo fa, ero tornata al Covo de Jameson a Opicina e, non vedendo Bruce, avevo chiesto di lui, apprendendo che non era più socio della baracca, ma che si era trasferito, moglie e bagagli, nella porta accanto. Belin. Il che è un po' come andare a cena da un tuo caro amico e, alla seconda forchettata di ajo e ojo, chiedere con innocenza "Ma che fine ha fatto tua moglie?" e sentirsi dire "È scappata con l'idraulico". Resti un po' spiazzato, diciamo."Ottimi questi spaghetti, che marca sono? Ah, quelli del discount... Ma pensa. Eh, al giorno d'oggi i consumatori sono sempre più esigenti, è facile trovare prodotti di qualità di marche sconosciute, eh... uh, guarda, dei lampi! Speriamo che faccia un temporale, fa così caldo..." Così, poco tempo dopo, mi sono infilata nella porta accanto e ho ritrovato Bruce. ESB: è sempre Bruce!   Nei locali a piano strada dell'Hotel Daneu di Opicina - che, diciamocelo, non è un posto tanto roccheggiante - si nasconde insospettabile il nuovo punto di ritrovo della Trieste-che-spacca: l'ESB, E-Street Village. I più pignoli noteranno che ESB non è l'acronimo di E-Street Village, che, casomai, sarebbe ESV. Non importa, noi siamo gente verace e non andiamo tanto per il sottile: ESB, come E-Street Band, E-Street Bar... E-Street Village è venuto da sé. Era un bar, con alle spalle una valida cucina e un frigo fornito, poi sono arrivati una spina interessante, tanto spazio all'aperto, bir
9 minutes | Jun 3, 2015
Biscullini: biscotti frollini di farro senza latticini
Questi biscotti senza burro con 100% farina di farro hanno una storia molto interessante, che vi illustrerò a breve, ma la verità è che la loro genesi è tutto merito della Giraffa: se il tema dell'ultima tappa del suo Cooking-A-Long non fosse stato "Farine bislacche", non mi sarei mai presa la briga di crearli. Biscullini: cosa sono e perché devo sempre dare un nome stronzo alle cose Perché io sono la regina dei nomi stronzi, perché dare un nome alle cose è una prima forma di controllo che avvicina all'onnipotenza, e se io potessi scegliere di essere un qualsiasi personaggio finzionale, non sceglierei né Joe March né Arthur Dent, né Han Solo né Marty McFly (si noti lo spessore dei personaggi), né Indiana Jones né John Mahlkovich (che è comunque un personaggio di finzione): io vorrei essere Adamo solo per vivere la sequenza in cui Dio - molto prima della genialata della costola - si sbatte a creare un sacco di animali e glieli conduce, affinché Adamo dia loro un nome. E per vedere la faccia di Dio quando mi porta tutto fiero la sua ultima creazione e io gli dico "dugongo". Anatomia dei Biscullini I Biscullini - perché stavamo parlando di questo, no? - si chiamano così perché li ho fatti per un mio seguace di Twitter (che incidentalmente è anche un mio compagno di teatro al Bandus) che non può mangiare latticini. Il suo nome ha una vaga assonanza con quello che ho dato a questi frollini senza burro farciti con crema di nocciole. ... Ebbene sì, i Biscullini sono anche farciti, perché la settimana precedente alla loro invenzione, un'altra compagna di corso (che incidentalmente ha un'ottima pasticceria) aveva portato dei biscottini con la farcitura alla crema di nocciole; tutti si avventano su di essi, qualche minuto dopo io mi accingo a fare il bis (tris, forse anche tetris) di biscotti e vedo un ultimo frollino farcito che mi aspetta, e lo mangio con l'anima in pace poiché so che chi lo voleva lo ha già preso. In quella, lo sguardo della regista dardeggia strali d'odio verso di me, poiché ella non li aveva ancora mangiati e si è vista portar via da sotto il naso l'ambita preda. Quindi io mi ritrovo into
11 minutes | May 13, 2015
Le migliori ricerche di aprile 2015
Chi visita Larrycette, a parte voi soliti dodici apostoli? Non lo so, ma so come ci arriva.   Nel mese appena trascorso, Google e gli altri motori di ricerca hanno condotto qui - oltre ai soliti che cercano la ricetta della lonza con le mele (ma che cazzo mai ci vuole, dico io: predi la lonza, ci metti le mele, fatta la xè!), quella del Kaiserschmarren, e la ricerca di quinta elementare sulla Puglia già pronta (bravi, bell'esempio, bella generazione che ci consegnate - questa non ve la linko, così imparate) - molte persone che sono andate in cerca di ricette di cucina o di ristoranti e trattorie di Trieste e dintorni, e che spero siano rimaste soddisfatte del risultato, nonché coloro che hanno svolto le seguenti ricerche (parole testuali), molte delle quali prive di risposta su queste pagine, che provo a soddisfare a posteriori: fare la besciamella con tappawere (sic) Spiacente, non so cosa sia il tappawere, conosco i contenitori Tupperware, e ti ci chiuderei dentro.   piatto tipico di valle daosta bianchittus sctitto con ingredienti (sic) Ho svolto anche io questa ricerca, per poter dire qualcosa a riguardo, e non ho trovato risultati attinenti. All'apparenza, però a me "bianchittus" non suona come un nome tipico valdostano, se proprio devo dirla tutta...   www.quick loren Questo forse è un mio lettore che cercava il mio post sulla quiche lorraine, ma forse non dovrei essere così ottimista.   chi é la donna che canta con springsteen tougher than the eest Una stronza che non lo merita, ecco chi è, ma se stai pensando di diventare la prossima signora Springsteen, la fila è dietro di me!   mangia cazzo Qua non saprei dire se è un sostantivo (come i Mangiamorte, ci sono i Mangiacazzo), una proposizione, un imperativo (tipo: "Zzi, mangia, cazzo, che hai perso otto chili in sei ore tre domeniche fa, e non è un modo di dire)... ad ogni modo, l'hanno cercato circa 20 persone
14 minutes | May 6, 2015
Cento di questi podcast
Siamo al centesimo podcast, approfitto della ricorrenza per inaugurare ufficialmente la serie di post di solo audio (c'era stato un episodio pilota, in effetti) evocativamente intitolata Larrycette sound-only. La dinamica della faccenda non cambia: si ascolta e si scarica gratis da qui o da i-Tunes, quindi non perdetevi questo audiopost, perché vi parlo di Bonappetour e del fenomeno degli home-restaurant, sbarcato anche a Trieste. Ah, nel podcast faccio anche il famigerato annuncio, minacciato più di un mese fa, e vi do una brutta notizia che è importante che sappiate, quindi ascoltatelo, non dura tantissimo e potete sempre fare tutt'altro, tipo cambiare il pannolino alla vostra graziosa figlioletta dalle fattezze di salsiccia, nel frattempo.   L'occasione è gradita e quantomai appropriata anche per rendere noto che Venerdì 8 maggio, alle ore 20.30 presso il Teatrobàndus, in via del Boveto 13, a Trieste si terrà una divertente rappresentazione a leggio, con gli allievi del corso di dizione ... E chi vorrà assistervi sarà il benvenuto! Dov'è via del Boveto, sede del Teatrobàndus? - diranno subito i miei Piccoli Lettori. È a Barcola, proprio dietro il cimitero; si arriva col bus numero 6 (con la sei) o si posteggia in viale Miramare e si fa un passo e mezzo (non si posteggia davanti al teatro, perché è proprietà, altrui, privata).Fate un giro sul sito del Teatrobandus per la cartina, perché Google sbaglia. Chi sono gli allievi del corso di dizione? Mah, chissà? Quanto costa? Niente, è a ingresso libero. In pratica è il saggio del corso di dizione, ciascun allievo invita chi vuole a vederlo: io invito i miei Piccoli Lettori. Ma che palle, è a ora di cena, moriremo di fame. Io non lo permetterò! Trattandosi della sede di un'associazione culturale, non possiamo metterci a fare la grigliata sul palco, ma mi porterò qualche pacchetto di grissini e due mele in borsetta, affinché il mio pubblico non muoia di consunzione. Quindi... venite numerosi! Mi rendo conto che sia un po' presuntuosetto (giusto un fiatin), da parte mia, chiedervi di venire a sentire me anzich
10 minutes | Apr 28, 2015
Rotolo colle fragole
Ove "rotolo"è un sostantivo e indica un dolce fatto con il pandispagna arrotolato, e non è la prima persona del verbo "rotolare", ché conoscendomi potreste pensare che "rotolo colle fragole" significhi semplicemente che io ho preso l'abitudine di andare in giro (per l'appunto rotolando, data la mia forma sempre più sferica) recando meco delle fragole. Perché vi propino questa ricetta? Perché è di stagione ed è venuta particolarmente bene? Certo che no, cazzo ci è mai fregato a noi di Larrycette della pertinenza e del risultato? Lo dico per i nuovi lettori: "noi di Larrycette" siamo sempre io e le vocine nella mia testa, ma oggi c'è una gradita guest-star, come vedrete alla fine (concedetemi un po' di suspense). Oggi vi parlo del rotolo colle fragole¹ perché la Giraffa ha scelto questo invitante frutto come tema dell'ottava tappa del suo CAL, e ho dovuto prepararlo per partecipare. Vediamo come è andata!     Gli ingredienti per il rotolo di pandispagna colle fragole sono il pandispagna e il ripieno con le fragole, solo che, siccome nessuno dei due cresce sugli alberi - e anche qualora ci crescesse, non ho tutta 'sta confidenza con gli alberi per andare a cogliere i loro frutti - bisogna preparare entrambi. Ecco cosa ci vuole:   Per il pandispagna 4 uova 200 grammi di zucchero 200 grammi di farina 00 solito pizzico di sale bustina di lievito istantaneo per dolci   Per il ripieno colle fragole: fragole (ditemi che non ve lo dovevo dire) marmellata di fragole (facoltativa) ricotta burro un po' di zucchero quello che vi pare in più, anche niente   Si tratta, tutto sommato, di una ricetta facile, con un procedimento semplice e collaudato... da tutti tranne che da me, che qualche pasticcio l'ho pur sempre combinato. Fate tesoro dei miei errori perché con questa ricetta potete fare praticamente tutti i rotoli di pandispagna: basta cambiare ripieno e, eventualmente, aromatizzare il pandispagna (ad esempio col cacao), e si può rifilare agli ospiti lo stesso dolce per un ann
11 minutes | Apr 3, 2015
Sulla Karađorđeva
Che cos'è la karađorđeva (karadjordjeva, per quelli che non vedono i caratteri speciali)? È una cosa che si mangia? Ma certo che si mangia, altrimenti perché ci interesserebbe? Essa si presenta in questa attraente forma:     Vi racconto quello che so della karađorđeva nel podcast che trovate in questa pagina (da ascoltare o scaricare), e che trovate anche nella mia pagina i-Tunes; fateci un salto, se volete, perché è comoda per recuperare tutti i podcast (a tale scopo c'è anche una sezione del blog, ma su i-Tunes trovate i puri file audio).   Se siete qui perché vi interessa la ricetta della karađorđeva, eccovi serviti: Quelli della ljubljanska più il kajmak (splendido latticino tipico della cucina serba, anello di congiunzione fra il mascarpone, il quark e il burro).   Come la ljubljanska, solo che si aggiunge il kajmak e si arrotola. Tutto chiaro, no? Va be', vorrà dire che un giorno vi parlerò della ljubljanska...
17 minutes | Mar 30, 2015
Il basilico, basilèo della mia primavera
Oggi vi voglio parlare della mia periodica smania per le piante, che si manifesta solo in primavera e riguarda quasi esclusivamente le piante aromatiche, credo per via della loro indiscussa utilità in cucina. E quando dico che "ne voglio parlare", intendo precisamente "parlare": è tutto raccontato a voce, nel podcast che potete ascoltare e scaricare in questa pagina, e il testo scritto non c'è. Chi mi legge di nascosto dall'ufficio non se ne abbia a male: il post è anche su i-Tunes, e da lì può essere scaricato nell'i-pod, così potete sentire le cazzate che dico in metropolitana tornando a casa, o mentre correte; oppure lo mettete su una chiavetta e lo ascoltate in macchina, insomma... lo strumento è versatile! Attendo di sapere (anche attraverso i messaggi vocali che potete inviarmi cliccando sulla linguetta laterale) come vi sembra questo podcast, se è chiaro, se è gradevole o se, invece, mi è scattata la sindrome dello speaker radiofonico e non mi si può sentire riempire i buchi con gli eeeehhh e prender fiato a vanvera. E, naturalmente, voglio anche sapere come vivete l'avvento della primavera! Vi prende la cenerentolite e pulite e lustrate tutto quello che trovate, fughe delle piastrelle del poggiolo incluse? Vi prende la nanna cosmica e azzerate le funzioni vitali fino a luglio? Dai dai! Ditemi se siete più Larry o più Zzi!  
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