stitcherLogoCreated with Sketch.
Get Premium Download App
Listen
Discover
Premium
Shows
Likes
Merch

Listen Now

Discover Premium Shows Likes

italiansinfuga

39 Episodes

3 minutes | May 13, 2014
Trovare Sistemazione all’Estero
Ho il piacere di partecipare, una volta al mese, alla trasmissione ‘Giovani Talenti’ condotta da Sergio Nava su Radio24. Attraverso ogni intervento di 2 minuti e mezzo cerco di riassumere brevemente una tematica per l’aspirante emigrante. Oggi pubblico un altro intervento anche qui su Italiansinfuga, sia l’audio che il testo. Trovare sistemazione all’estero può a volte essere più difficile che trovare che lavoro. In alcune città la richiesta di alloggio di qualità è spesso superiore a quello che il mercato offre mentre in altre nazioni la burocrazia legata all’affitto rende la ricerca di un appartamento o anche di una semplice stanza in condivisione un’avventura estenuante. Innanzitutto è sconsigliatissimo firmare un contratto di affitto prima di vedere la sistemazione di persona. Non fatelo quando siete ancora in Italia perché rischiate di arrivare a destinazione e constatare che le foto che avete visto su internet non corrispondono molto alla realtà. Come fare quindi? Iniziate a fare ricerca su Google già dall’Italia. Cercate frasi come ad esempio ‘affitto +’ la vostra futura città (ovviamente nella lingua della nazione di destinazione) Questo tipo di ricerca vi fornirà informazioni su alcuni aspetti importanti: • Innanzitutto se ci sia un’abbondanza o meno di un certo tipo di alloggio nella vostra destinazione e quindi quanto sarà dura trovare alloggio • In secondo luogo, quali sono i prezzi per il tipo di sistemazione che state cercando. Riuscirete così a costruire un budget più preciso. • Infine se ci sono agenzie immobiliari o siti web tematici che vi risparmieranno tempo e vi forniranno moltissime informazioni Quando trovate alloggi elencati individualmente, annotate qualsiasi agente associato alla gestione dell’alloggio stesso, spesso troverete che un agente gestisce multiple proprietà e può aiutarvi a ridurre i tempi di ricerca. Il passo seguente è quello di capire, se non conoscete già la destinazione, quali sono i migliori quartieri e le migliori zone nelle quali risiedere. Usate conoscenze sia online che offline per trovare qualcuno che vive, ha vissuto o conosce il posto relativamente bene in modo da ricevere consigli. Cercate blogs e articoli che trattano delle zone che vi interessano per ottenere più informazioni possibili. Se state trattando con un agente immobiliare, chiedete loro consigli in base alle vostre preferenze. Dopodiché prenotate un ostello o un albergo per alc
49 minutes | Mar 23, 2014
Svezia o Nuova Zelanda: ha vinto la seconda e vi spiegamo perché
Francesca Benelli e Aldo Barbagallo si sono trasferiti alcuni anni fa in Nuova Zelanda con la famiglia. Aldo è un ingegnere civile specializzato in idraulica. Ha lavorato per una ventina di anni in Algeria dopo di che ha preferito lasciarla a causa dei problemi di instabilità civile. Purtroppo le opportunità lavorative in Italia non si sono rivelate altrettanto rosee quanto fossero le speranze e ha quindi pensato di cercare una destinazione estera dove trovare lavoro. Leggi anche: Scommetto che non avete mai sentito parlare di questa destinazione ma Daniela e famiglia la adorano Nel 2001, dopo una dettagliata fase di ricerca e analisi delle possibilità offerte da varie destinazioni, Aldo ha “annunciato” alla famiglia che le possibilità erano due: Svezia o Nuova Zelanda. La famiglia non era molto propensa alla Svezia soprattutto per la questione clima. Altre alternative nella tipologia di lavoro di Aldo sono nazioni come ad esempio l'Algeria, appunto, oppure l'Iraq. Rispetto a queste a Francesca la Nuova Zelanda pareva un paradiso. La Nuova Zelanda offriva inoltre discrete possibilità per gli 'skilled migrants', gli immigrati con competenze specifiche e appetibili da parte del mercato del lavoro neozelandese. Nel 2004 quindi la famiglia ha fatto un viaggio di perlustrazione in Nuova Zelanda per capire se effettivamente fosse una destinazione che potesse offrire migliori opportunità. Nel 2007 Aldo è quindi arrivato a Christchurch dove ha trovato lavoro nel giro di una quindicina di giorni. Quello che Aldo ha riscontrato nel mondo del lavoro neozelandese è che i colleghi e le aziende assistono molto per quello che riguarda l'ambientamento fornendo consigli sulla vita pratica di tutti i giorni. Inoltre se il lavoratore non ha il training necessario, l'azienda provvederà a pagare i corsi necessari (ad esempio per il first aid se richiesto). La famiglia non si è trasferita insieme da subito. Aldo si è trasferito per primo a “sondare” il terreno dopo di che mi è arrivata Francesca con la figlia minore mentre la figlia maggiore ha scelto di rimanere in Italia. Dopo il trasferimento a Christchurch, Aldo ha poi trovato lavoro a Wellington dove la famiglia si è trasferita prima del terremoto che ha colpito la più grossa città dell'isola del sud. A Wellington il clima è l'aspetto meno piacevole. C'è spesso un fortissimo vento al quale è difficile abituarsi. In Nuova Zelanda in generale il clima è molto piovoso e temperato ma mol
35 minutes | Mar 13, 2014
Studiate il tedesco. Per davvero!
Roberta Castelli vive in Germania e cura il blog 'se anche il ragionier Ugo espatria'. Originaria della Sicilia, Roberta sta incontrando un primo approccio con il clima tedesco molto meno terribile del previsto. Questo inverno è stato infatti molto mite. Roberta, il marito e la figlia di dieci anni si sono trasferiti in Germania perché il marito ha i parenti li. Lui è infatti nato in Germania anche se ha sempre vissuto in Italia quando i genitori si separarono. Riallacciare i rapporti con il padre tedesco ha consentito a lui e famiglia di trasferirsi in Germania minimizzando i rischi in quanto ospiti a casa del padre.   Roberta vuole sottolineare l'importanza di questo aspetto del loro trasferimento perché il supporto da parte della famiglia tedesca è stato importantissimo. Nonostante questo è stata un'impresa quindi figuriamoci senza. Leggi anche: Integrationskurse per imparare il Tedesco Roberta ha aperto il blog perché nonostante lei sia partita con già un appoggio e avendo già studiato la lingua in Italia, ha incontrato comunque moltissime difficoltà e si chiede come fanno i ragazzi che invece non hanno queste basi. Vuole quindi condividere sia gli aspetti positivi ma anche gli aspetti più difficili dei primi tempi in Germania "non per scoraggiarli ma per incanalarli sulla retta via”. In Italia Roberta e marito hanno studiato il tedesco per circa quattro mesi. I corsi presso le scuole erano pochi e molto costosi. Hanno quindi trovato una signora che insegnava tedesco ad un prezzo modico. Erano convinti di avere messo delle ottime basi di conoscenza della lingua. Sono arrivati in Germania e “è stato un pugno in faccia”. Appena i tedeschi hanno iniziato a parlare, loro non riuscivano a capire niente. Roberta descrive il tedesco come una lingua difficile per un italiano. Dopo molti mesi il problema di Roberta è ancora quello di capire le parole pronunciate dal tedesco. Questo si rivela un particolare problema quando bisogna sbrigare pratiche di natura burocratica perché molto difficilmente il funzionario tedesco parlerà italiano o l'inglese. Roberta si è quindi iscritta ad un corso di tedesco per stranieri per il quale ha dovuto fare una coda di alcuni mesi. È stata in un certo senso “costretta” perché appena arrivata, dopo aver sistemato la questione burocratica relativa alla residenza, si è iscritta al 'Job Centre' dove l'hanno messa in contatto con possibili opportunità lavorative. L'effettiva poca dimestichez
3 minutes | Mar 12, 2014
Migranti fondano il 15% delle ditte britanniche
Un'analisi da parte di DueDil e del Centre for Entrepreneurs (CFE) rivela che quasi mezzo milione di persone proveniente da 155 diverse nazioni ha fondato aziende nel Regno Unito con almeno un milione di sterline di introiti. Queste aziende sono responsabili per la creazione del 14% di posti di lavoro in Gran Bretagna. Leggi anche: Si assume in questa nazione europea Daniel Kimmelman, fondatore e direttore di DueDil, sottolinea che l'immigrazione è uno degli argomenti più delicati nel Regno Unito ma che raramente l'opinione della gente si basa su fatti. Dice “lo studio conferma che gli imprenditori immigrati sono super produttivi e contribuiscono all'economia britannica. La storia insegna che le nazioni più produttive incoraggiano sempre fermento intellettuale e tecnologico. Tutto ciò sta succedendo oggi in Gran Bretagna e dovremmo esserne contenti.” Lo studio, basato su informazioni catalogate da Companies House, rivela che l'attività imprenditoriale da parte della comunità di immigrati è quasi il doppio rispetto agli individui nati nel Regno Unito. Il 17,2% di immigrati ha fondato la propria azienda rispetto al 10,4% di chi è nato nel Regno Unito. Inoltre, in media, gli imprenditori immigrati sono otto anni più giovani rispetto ai britannici. Tutto ciò nonostante gli ostacoli da affrontare che includono accesso a finanziamenti e barriere culturali e linguistiche. Lo stesso Kimmelman ha detto che la sua esperienza di fondazione azienda nel Regno Unito è stata positiva: “costruire un business a Londra costa molto ma ho ottenuto il mio permesso di lavoro in soli due giorni.” L'opinione pubblica è però divisa sulla questione immigrazione. Un sondaggio da parte di YouGov rivela che due terzi dei britannici sono d'accordo con la frase “ci sono troppi immigrati in Gran Bretagna” ma il 44% dice che gli imprenditori immigrati hanno contribuito positivamente al Regno Unito. Solo l'11% di chi ha risposto ha detto che gli imprenditori immigrati hanno avuto un impatto negativo. I principali gruppi di imprenditori immigrati provengono dall'Irlanda, dall'India e dalla Germania. Seguono gli statunitensi, i cinesi, i polacchi, i francesi, italiani e pakistani. Per quello che riguarda la destinazione, Londra riceve una fetta sproporzionata di fondatori: venti volte rispetto a Birmingham, la seconda destinazione più popolare. Chi di voi ha intenzione di andare in Gran Bretagna a fondare un'azienda?
34 minutes | Mar 5, 2014
Come vendersi per trovare lavoro nell’hospitality in Australia
Salvatore Martinico si trova in Australia da circa sei mesi con il visto vacanza lavoro. Salvatore sognava l'Australia da molto tempo senza alcun motivo particolare. Lo spunto per il trasferimento è stato dato dalla voglia di migliorare l'inglese, di staccare per un po' dall'Italia e di cercare una nazione in cui si vivesse in un modo diverso. Salvatore cercava un paese “ben disegnato” intorno ai cittadini. In Italia Salvatore, formatosi come tecnologo alimentare con una fortissima passione per il vino, ha avuto esperienze di ricerca scientifica, di commerciale, di vendita di vino e champagne e infine un'altra esperienza presso una azienda del settore vinicolo di Marsala. Quando l'ultima esperienza richiedeva un passaggio alla partita Iva Salvatore ha deciso di fare il salto verso l'Australia perché fare vendita in Italia al giorno d'oggi è molto difficile. I familiari sapevano già che Salvatore coltivava questo sogno quindi quando ha comunicato loro che sarebbe veramente partito non si sono sorpresi più di tanto. Dopo sei mesi in Australia, Salvatore afferma che la sua idea di Australia è stata confermata dalla realtà. Le difficoltà maggiori incontrate da Salvatore, autodefinitosi un “animale sociale”, sono legate alla socializzazione. Conosce pochi australiani anche per i limiti legati alla conoscenza della lingua e alle opportunità di l'incontro durante la giornata lavorativa. La maggior parte delle persone che conosce sono europee. I primi tempi sono stati molto flessibili. Ha trovato un lavoro presso un ristorante a Manly, sobborgo sulla spiaggia di Sydney, sapendosi vendere bene. Salvatore aveva esperienza di cucina in Italia e una forte passione per il cibo. Presentandosi a vari ristoranti, Salvatore aveva alcune frasi fatte già preparate per convincere il boss: “guarda che per me il lavoro è una cosa seria”, “se mi prendi, con me puoi stare tranquillo”, “se mi dici una cosa non hai bisogno di ripeterla”, “io non sono qua per perdere tempo e per farlo perdere a te". Con questo approccio Salvatore è riuscito a trovare lavoro dopo essersi presentato a una quindicina di ristoranti. Ha però sentito che altri italiani hanno impiegato molto di più per trovare lavoro. Salvatore sottolinea anche che ha avuto fortuna a cercare lavoro all'inizio della stagione. A settembre i ristoranti cercano personale per coprire in modo stabile e affidabile l'estate australiana, inclusiva delle vacanze di Natale e delle vacanz
4 minutes | Mar 4, 2014
Classifica delle città più costose al mondo
Singapore è la città più costosa al mondo. L’Economist Intelligence Unit ha pubblicato l’edizione più recente della classifica del costo della vita nelle principali città del mondo. I prezzi di 160 beni vengono registrati in 131 città, convertiti in dollari statunitensi e usati per calcolare il prezzo di un paniere per ogni città. Il peso che viene dato ad ogni bene di consumo all’interno del paniere viene dato in base a ‘gusti’ internazionali piuttosto che di ogni nazione. Il valore del paniere viene indicizzato usando New York come paniere di base. Il sondaggio viene fatto ogni sei mesi ed è in voga da più di 30 anni. Singapore ha raggiunto il titolo di città più costosa al mondo grazie ad una scalata solida e costante. Dieci anni fa era la diciottesima città più costosa al mondo. Da allora l’apprezzamento della valuta e una spinta inflazionistica le hanno permesso di superare le città giapponesi. Ci sono particolarità che contribuiscono al costo della vita come, ad esempio, il costo collegato all’acquisto e all’uso di una macchina. Oppure i costi relativi alle bollette, alti perché Singapore non ha risorse naturali e deve quindi importare energia ed acqua. Le 10 città più costose al mondo sono: Singapore Parigi Oslo Zurigo Sydney Caracas Ginevra Melbourne Tokio Copenhagen Le città asiatiche e australiane sono bene rappresentate grazie ad una combinazione di relativa immunità dalla crisi finanziaria globale che ha spinto in basso le città europee e la posizione di forza della valuta locale. Detto ciò, le città europee stanno risalendo in classifica in seguiti a segnali di fiducia nella ripresa dell’economia. E naturalmente ci sono anche le città più economiche al mondo: Mumbai Karachi Nuova Delhi Damasco Kathmandu Algeri Bucarest Panama City Jeddah Riyadh Poi bisogna vedere se si vuole andare a vivere in nazioni in guerra, con grossi problemi sociali oppure con stili di vita completamente diversi da quello italiano. Chi vive in queste città? Confermate il costo della vita?
3 minutes | Mar 3, 2014
Cosa succede all’estero – 4 Marzo 2014
Cosa succederà oggi o è successo mentre dormivate. Singapore - Singapore è la città più costosa al mondo dove vivere. L'edizione più recente del sondaggio condotto dall'Economist Intelligence Unit ha rivelato che la città-Stato è in cima alla classifica delle 131 città prese in considerazione. Seguono Parigi, Oslo, Zurigo e Sydney. Stati Uniti - L'attività manifatturiera degli Stati Uniti è cresciuta durante febbraio più velocemente di quanto gli analisti si aspettassero. L'indice da parte dell'Institute of Supply Management, è cresciuto dal 51,3 al 53,2. Un valore superiore al 50 indica espansione produttiva. Altri dati indicano che il settore edilizio è anch'esso in espansione. Sia il manufatturiero che l'edilizio sono settori chiave per l'economia statunitense. Regno Unito - Il settore manifatturiero britannico continua a crescere come dimostrato da risultati positivi durante il mese di febbraio. L'indice Markit/CIPS è salito dal valore di 56,6 di gennaio al valore di 56, 9 di febbraio. Un valore superiore al cinquanta significa espansione produttiva. Questo segnale positivo è stato raggiunto nonostante l'impatto delle alluvioni che hanno colpito gran parte della Gran Bretagna durante gli ultimi mesi. Donne - Un numero record di donne sono entrate a far parte della lista di persone più ricche al mondo. Un totale di 172 donne, il 25% in più rispetto al 2013, sono entrati a far parte della ventottesima edizione pubblicata da Forbes.
2 minutes | Mar 3, 2014
Mi raccomando! Studiate la lingua straniera!
E' con piacere che condivido il mio terzo intervento alla trasmissione ‘Giovani Talenti’ condotta da Sergio Nava su Radio24. Conoscere bene la lingua straniera prima di partire dall’Italia può fare la differenza tra l’avere successo all’estero e invece fare molta fatica. Una costante che mi viene comunicata da parte di Italiani che si trovano già all’estero è la sopravalutazione delle proprie conoscenze linguistiche prima di partire. Una volta arrivati a destinazione è molto probabile che ci si renda conto di non sapere la lingua straniera come si pensava di saperla. L’accento, lo slang, la velocità con la quale gli ‘autoctoni’ parlano creano grossi problemi di ambientamento e di ricerca lavoro. Purtroppo noi Italiani non ci distinguiamo per la conoscenza delle lingue straniere, anzi facciamo a gara con i cugini francesi e spagnoli come i peggiori in Europa. Questo si rivela un handicap enorme quando ci si trova in concorrenza con altri stranieri per lo stesso posto di lavoro e loro sono in grado di comunicare meglio. Come risolvere il problema? Fare del miglioramento della conoscenza della lingua straniera la priorità principale quando siete ancora in Italia. Al giorno d’oggi esistono una miriade di risorse per tutte le tasche. Ognuno di noi apprende in modo diverso ed è quindi importante provare diverse risorse per decidere quella che fa il caso vostro. Livemocha è uno degli esempi più popolari di comunità online dedicata all’apprendimento delle lingue. Potete iniziare da zero e progredire facendo leva sull’aiuto della comunità di madrelingua. Guardare film o telefilm in lingua originale aiuta a fare l’orecchio alla conversazione di tutti i giorni in una lingua straniera. Guardare il telegiornale della nazione straniera aiuta inoltre a conoscere le vicende delle quali parleranno i vostri nuovi amici una volta che arrivate a destinazione. In questo contesto, Youtube è una miniera di video che insegnano in modo semplice a comprendere meglio gli stranieri. Per chi preferisce la radio, TuneIn è un sito che mette a disposizione lo streaming dal vivo di più di 70.000 radio di tutto il mondo. La scelta di lingue e di programmi radio è enorme e di sicuro troverete la radio straniera che desterà il vostro interesse. Concludendo, ricordatevi che la capacità di comunicare nella lingua straniera è spesso più importante delle vostre competenze ed esperienze lavorative.
3 minutes | Mar 2, 2014
Cosa succede all’estero – 3 Marzo 2014
Cosa succederà oggi o è successo mentre dormivate. India - Il tasso di crescita dell’economia indiana è rallentato. Durante il trimestre che si è concluso a Dicembre l’economia è cresciuta ad un tasso annuale del 4,7%, inferiore al tasso del 4,8% del trimestre precedente. La terza maggiore economia asiatica ha avuto a che fare con alta inflazione, valuta debole e e un calo di investimenti stranieri. Si tratta del quinto trimestre consecutivo con crescita inferiore al 5%. Libia – Due membri del parlamento libico sono stati feriti con armi da fuoco usate da protestanti che sono entrati nella sede del Congresso Generale Nazionale libico a seguito della decisione di auto prolungare il proprio mandato. Spagna – 214 migranti africani hanno fatto irruzione nel Centro di Accoglimento di Melilla, città autonoma spagnola in Africa, cercando così di essere accettati in Europa. Durante i primi mesi del 2014 più di 4.000 africani hanno fatto lo stesso tentativo, 600 di loro con successo. Il centro di accoglimento attualmente ospita tre volte il numero di persone per il quale è stato costruito. Uganda - La Banca Mondiale ha sospeso la procedura di elargizione di un prestito del valore di 90 milioni di dollari statunitensi all’Uganda a causa delle leggi anti-gay approvate recentemente. Un portavoce per la Banca ha detto “abbiamo rimandato il progetto [di rafforzamento del sistema sanitario] per assicurarci che gli obiettivi di sviluppo non siano negativamente impattati da queste nuove leggi”. Venezuela - Migliaia di persone hanno protestato domenica a Caracas chiedendo le dimissioni del presidente Nicolas Maduro. I protestanti accusano il governo per problemi quali un’inflazione al 56% annuale e uno dei tassi di omicidi più alti al mondo.
4 minutes | Mar 1, 2014
Cosa sta succedendo con l’economia australiana?
La compagnia aerea di bandiera australiana Qantas ha annunciato il licenziamento di 5.000 dipendenti. Questi licenziamenti avverranno durante i prossimi due anni ed hanno l’obiettivo di ridurre i costi di gestione dell’azienda. Attualmente la Qantas conta 33.000 dipendenti circa. Si tratta dell’ennesimo annuncio di licenziamenti da parte di un’importante azienda operante in Australia durante gli ultimi mesi. Le case automobilistiche con attività produttive in Australia hanno annunciato la chiusura delle loro fabbriche durante i prossimi 2-3 anni. In questo contesto si parla di 45.000 persone colpite direttamente e attraverso l’indotto. Ovviamente questi numeri, collegati ad aziende di grande profilo, creano titoli di giornali. E’ utile chiarire l’importanza del settore produttivo dell’industria automobilistica australiana per l’economia australiana. Stato % Manodopera Stato Victoria 0.90% New South Wales 0.20% Queensland 0.20% South Australia 0.60% Resto Australia 0.20% Totale 0.40% Le motivazioni usate dalle aziende spesso sono collegate all’alto costo della manodopera australiana, relativo a quello di altre nazioni, e alla forza della valuta. Da sottolineare che le aziende automobilistiche ricevono da tempo sussidi per rimanere a produrre in Australia. E’ curioso che questi annunci sono avvenuti dall’avvento del governo conservatore di Tony Abbott. Mentre in passato il governo laburista continuava a sovvenzionare queste aziende, l’approccio scelto dal nuovo governo è quello di non aiutare aziende che non riescono a sostenersi indipendentemente E se non aiutano un’azienda, dicono, non possono aiutare le altre. Qui entrano in ballo questioni politiche. A seconda di dove si trovano le aziende (in che collegio elettorale) il governo e l’opposizione si sforzano di più o di meno di apparire come i sostenitori del lavoratore che perde il lavoro. La disoccupazione è in crescita dagli inizi del 2012. A Gennaio 2014 ha toccato il livello di 718.000 disoccupati, il numero più alto dal Luglio 1998. In un contesto storico la situazione è molto migliore rispetto a quella registrata durante la recessione dei primi anni 90. Questa sarà una magra consolazione per chi sta cercando lavoro adesso ma al suo picco la disoccupazione contava 900.000 persone tra le sue fila con un tasso di disoccupazione vicino all’11%. L’attuale disoccupazione è comunque superiore al livello raggiunto durante Agosto
4 minutes | Feb 28, 2014
Aziende che investono in Austria
Sono iscritto alla newsletter di ABA – Invest In Austria, l’agenzia governativa austriaca dedita alla promozione degli investimenti in Austria. Consiglio vivamente a tutti coloro interessati a trasferirsi oltre confine di iscriversi per ricevere informazioni sugli sviluppi di aziende straniere che stanno investendo in Austria e per capire meglio quali siano le opportunità lavorative e di investimento offerte dai nostri cugini austriaci. Oggi voglio condividere alcuni punti salienti tratti dall’ultima edizione che ho ricevuto. Innanzitutto l’azienda italiana IPL (Industrie Plastiche Lombarde SpA) sta investendo 1,6 milioni di euro per la produzione di tubi di plastica in Carinzia. La filiale IPL Schlauchtechnik GmbH opererà all’interno del Völkermarkt Industrial Park dove intende aprire la prima fabbrica al mondo per la produzione di tubi in eco-plastica. L’azienda aprirà una fabbrica di 4,300 m² per produrre tubi flessibili per l’industria farmaceutica e l’industria della produzione del cibo. Un’altra azienda in espansione è la Baxter. La filiale austrica è la presenza più grande al di fuori degli Stati Uniti con circa 4,400 impiegati. Questa azienda operante nel settore farmaceutico e biotech ha annunciato investimenti pari a 80 milioni di euro nella sua presenza a Vienna e Orth. Questa cifra va a sommarsi ai 138 milioni di euro che investirà nella fabbrica di Krems. Infine viene segnalata l’acquisizione da parte della azienda russa LUKOIL di una fabbrica di produzione lubricanti a Schwechat. LUKOIL per la prima volta possiede un fabbrica dopo aver acquisito sei aziende in Austria. Viene messo in risalto dalla ABA che l’agenzia di rating Fitch abbia confermato il rating di AAA per l’Austria. Ho un’opinione sulla validità di questi rating ma si tratta di una discussione che affronterò un altro giorno. Detto ciò, il rating ha un’importanza notevole per quello che riguarda la capacità di una nazione di attrarre investimenti e finanziamenti e quindi va tenuto d’occhio con attenzione. Soprattutto in un clima di incertezza economica dove le nazioni vicine hanno un rating meno allettante, avere un rating AAA può incidere molto sulle capacità di ‘marketing’ di una nazione. Anche se non avete trovato informazioni pertinenti la vostra professione in questo articolo, vi consiglio vivamente di vistare il sito della ABA (c’è anche la versione in Italiano) e iscrivervi alla newsletter perché è possibili
1 minutes | Feb 27, 2014
Modi di dire in inglese: “The elephant in the room”
"The Elephant in the room"è un modo di dire in inglese che viene usato quando si cita un qualcosa che tutti volutamente ignorano e che invece dovrebbe essere affrontato. Il concetto di base è che un "elefante in una camera" non può essere ignorato, è impossibile. Le persone che fanno finta che l'elefante non sia lì scelgono di non voler gestire un grande problema che invece andrebbe gestito. Questo perché il parlarne potrebbe imbarazzare una o più persone se si tratta di un argomento in qualche modo controverso. Ad esempio, il modo di dire viene usato spesso congiuntamente a situazioni che riguardano razza, religione, suicidi, abuso di sostanze. Spesso una persona prende l'iniziativa e dice “Shall we talk about the elephant in the room?" cioè “parliamo dell'elefante nella stanza?" in pratica “parliamo dell'argomento di cui nessuno vuole parlare ma che va davvero discusso?" Avete incontrato questa espressione inglese?
6 minutes | Feb 24, 2014
Mettere l’indirizzo italiano nel CV oppure no?
Non sapete se inserire l'indirizzo italiano nel CV da spedire all'estero? Parliamone! Una lettrice mi chiede delucidazioni sul mettere o meno l’indirizzo italiano nei dettagli personali per un curriculum da spedire all’estero. Si sottintende che l’indirizzo italiano potrebbe diminuire le probabilità di essere chiamati da selezionatori e selezionatrici oltre confine. Innanzitutto confermiamo che questo rischio esiste soprattutto per posizioni lavorative per le quali c’è molta concorrenza da parte di persone che vivono già in sede. I selezionatori, sia interni sia esterni alla ditta, prima trovano la candidata da assumere meglio è. Per loro, per la ditta e per i candidati. La lontananza fisica comporta, anche ai giorni nostri dove la tecnologia accorcia le distanze, tempi lunghi che non sempre l’azienda è pronta ad affrontare. Se ci sono 99 candidate che vivono nel raggio di 10 chilometri, perché’ dovrebbe l’azienda cercare di capire se voi siate la persona giusta quando vivete a 1.000 chilometri di distanza? Mettetevi nei loro panni. Magari in passato l’azienda ha intervistato candidati stranieri a distanza e tutto sembrava procedere per il meglio quando poi il candidato si è tirato indietro perché non ha tempo, è troppo lontano, la ragazza ha cambiato idea…. Fino a quando siete effettivamente a destinazione, ci sono intoppi al trasferimento che fanno del candidato in nazione diversa un maggiore rischio rispetto al candidato (straniero e non) che vive dietro l’angolo. Tantissimi lettori di Italiansinfuga mi hanno confermato che inserire un indirizzo ‘locale’ ha fatto una differenza enorme rispetto all’inserimento di un indirizzo italiano per quello che concerne essere contattati dai selezionatori. Per posizioni dove invece l’azienda fa più fatica a trovare lavoratori, l’attuale residenza in una nazione straniera non si trasforma necessariamente in un ostacolo insormontabile. Detto ciò, l’inserimento dell’indirizzo nel curriculum non è obbligatorio. Ricordatevi: è un vostro documento di marketing personale. Ha lo scopo di convincere il selezionatore a invitarvi ad un colloquio di lavoro. Ne’ più, ne meno. In passato, prima dell’avvento di internet, l’indirizzo era importante perché era l’unico (o quasi) modo di contattarvi per invitarvi ad un colloquio di lavoro. Lo scorso millennio aspettavo a casa che le lettere di ‘No, grazie’ arrivassero nella buca delle lettere. Altro che e-mail
2 minutes | Feb 23, 2014
Modi di dire in Inglese: “Let’s cross that bridge when we come to it”
Letteralmente vuol dire “Attraversiamo il ponte quando sarà il momento”. In pratica significa l’equivalente o quasi del proverbio italiano “(non) fasciarsi la testa prima di averla rotta”. E’ un idioma della lingua inglese che intima di rimandare di preoccuparsi di qualcosa fino a quando effettivamente succeda (e ci sia bisogno di preoccuparsi). Se qualcosa non è ancora successo, non preoccuparti! In contesto lavorativo viene ad esempio usato tra manager e dipendente per uno scambio simile: dipendente: “what if we don’t achieve the sales target?” (cosa succede se non raggiungiamo gli obiettivi di vendite?) manager: “Let’s cross that bridge when we come to it. In the mean time let's make some sales!” (ci preoccupiamo di quell’eventualità quando effettivamente c’è da preoccuparsi, non prima, nel frattempo vediamo di vendere!). In ambiente lavorativo anglosassone viene posta molta importanza sul non sprecare energia mentale, risorse, tempo su cose che magari non succederanno. Bisogna invece concentrarsi su quello che è sotto il nostro controllo, su quello che possiamo influenzare in modo da evitare che un qualcosa si materializzerà. Conoscevate questa espressione? Voi come la usate?
2 minutes | Feb 20, 2014
Concetti di base ma fondamentali per andare fuori dall’Unione Europea
Di seguito il mio secondo intervento alla trasmissione ‘Giovani Talenti’ condotta da Sergio Nava su Radio24. Emigrare in nazioni al di fuori dell’Europa richiede il superamento di un altro ostacolo: l’ottenimento di un visto lavorativo. Ad esempio, nazioni come Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda sono alla ricerca di professionisti con caratteristiche difficili da trovare all’interno del proprio mondo del lavoro. Quali sono queste caratteristiche? Innanzitutto tante nazioni hanno una ‘lista di professioni richieste’. Dovete offrire esperienza lavorativa dimostrabile in queste particolari professioni. Esse sono di solito nei settori dell’informatica; dell’ingegneria; della sanità ma comprendono anche professioni come il saldatore o il falegname. Insomma tutte le professioni per le quali esiste una richiesta da parte delle aziende e che il mercato del lavoro autoctono non riesce a soddisfare. In secondo luogo c’è un limite di età. Generalizzando, dopo i 50 anni è molto più difficile essere accettati. In terzo luogo spesso bisogna dimostrare di conoscere la lingua della nazione di destinazione attraverso il superamento di un esame. Il Dipartimento di Immigrazione di ogni nazione offre tutta l’informazione necessaria al riguardo sul proprio sito web. Consiglio di capire se si è idonei a ricevere un visto lavorativo in largo anticipo in modo da evitare illusioni e spese in caso negativo. Se pensate di avere possibilità, consiglio poi di iniziare a cercare un’azienda che sia interessata al vostro profilo professionale e sia in grado di ‘sponsorizzarvi’ cioè farvi ottenere il visto lavorativo per lavorare per loro. Anche le aziende devono soddisfare certi requisiti e spesso i reparti delle risorse umane non conoscono in dettaglio la procedura e i costi di sponsorizzazione. Se voi diventate esperti in materia e riuscite a spiegarla bene all’azienda, aumenterete di molto le probabilità di successo. Trovare lavoro in un altro continente dall’Italia è molto difficile. Quello che però potete fare è iniziare a tessere una rete di contatti tramite LinkedIn o visitando il sito delle singole aziende. Grazie a tecnologie come Skype potete farvi conoscere e sostenere colloqui di lavoro a distanza. Molto probabilmente l’azienda vorrà anche fare uno o più colloqui dal vivo quindi siate disponibili a salire su un aereo senza molto preavviso. L’ultima avvertenza riguarda la tempistica. Il disbrigo del
32 minutes | Feb 18, 2014
Come Emanuele si è reinventato negli Stati Uniti
Emanuele Capoano vive a Boston da un paio di anni. Potete seguire Emanuel sul suo blog 'Spremiacume'. Originario della Calabria ma residente a Firenze da tanti anni, Emanuele faceva il proiezionista al cinema ma la crisi lo ha forzato a reinventarsi conseguendo, ad esempio, la certificazione per insegnare l'italiano agli stranieri. Si occupava inoltre di giornalismo, di teatro e di tante altre cose. È arrivato a Boston per amore, avendo sposato la sua ragazza statunitense conosciuta e con la quale conviveva a Firenze. Le paure prima del trasferimento esistevano ma Emanuele dice “è importante quell'attimo di incoscienza che fa bene”. Al tempo Emanuele dice che “lavoricchiava” come tanti precari oggi in Italia e non rischiava “molto” anche perché non c'era la possibilità di iniziare una famiglia. Per quel che riguarda il visto, legato al matrimonio, Emanuele consiglia di sposarsi in Italia (piuttosto che negli Stati Uniti) perché la burocrazia risulta essere più veloce. L'inglese di Emanuele era scolastico e quindi agli inizi si è trattato soprattutto di cercare di migliorare la conoscenza della lingua perché senza le possibilità di inserimento nella società statunitense sono ovviamente più limitate. Appena arrivato a Boston si è quindi iscritto ad un corso di inglese. Di seguito ha iniziato alcune collaborazioni utilizzando la propria conoscenza dell'italiano a favore di chi vuole conoscere Boston. Con una ragazza conosciuta a Boston ha anche creato un compagnia di commedia dell'arte che mette in scena produzione teatrali in inglese. Questo è motivo di orgoglio per Emanuele perché dopo due anni riesce a recitare in inglese. Inoltre un musicista italiano, Stefano Marchese, gli ha proposto di iniziare una trasmissione radiofonica in italiano 'L'Italia chiamò'. Lavora anche part-time con un contratto esterno al consolato italiano di Boston oltre che insegnare italiano alla Dante Alighieri. Quello che Emanuele ha riscontrato è che la velocità della vita negli Stati Uniti è superiore a quella in Italia quindi è più facile fare tante cose diverse come sta facendo lui. A volte questo può avere effetti negativi legati allo stress ma di positivo c'è che Emanuele è molto impegnato. Emanuele descrive Boston come una bellissima città, una delle più antiche degli Stati Uniti, dove è nata la rivoluzione americana. È una città molto universitaria con la presenza di un polo tecnologico fenomenale. È quindi molto ricca
3 minutes | Feb 13, 2014
Cosa succede all’estero – 14 Febbraio 2014
Cosa succederà oggi o è successo mentre dormivate. Francia - Oggi verranno rese pubbliche le cifre preliminari relative all’andamento del PIL delle nazioni europee. Più precisamente si tratta delle cifre relative al quarto trimestre 2013. L’interesse maggiore riguarda la Francia perché esiste una concreta possibilità che l’economia francese venga definita come in recessione dopo i risultati deludenti dei trimestri precedenti. Belgio - Il Belgio ha legalizzato l’eutanasia per i bambini. Entrambi i rami del Parlamento belga hanno votato a favore della legge che ora deve essere approvata dal re Filippo. Il Belgio legalizzò l’eutanasia nel 2002 ma escludendo i minori. Questi saranno adesso inclusi ma si dovranno rispettare severe restrizioni tra le quali il fatto che il minore sia in grado di comprendere il significato di eutanasia. Afghanistan - 65 detenuti ad alto rischio sono stati rilasciati dalla prigione a Bagram, in Afghanistan. Gli Stati Uniti hanno protestato dicendo che questi erano responsabili per la morte di militari e cittadini afghani. Hamid Karzai, presidente afgano, dal canto suo ha risposto agli Stati Uniti di ‘farsi gli affari loro’. Venezuela – Almeno due persone sono state uccise durante scontri tra dimostranti e polizia a Caracas illustrando la volatilità della situazione durante il dopo-Chavez. Non è chiaro chi fossero le persone uccise e le circostanze della loro morte con le diverse forze politiche che si accusano a vicenda. Somalia – Il gruppo islamista somalo Shabab ha rivendicato  l’attacco avvenuto ieri presso l’aeroporto Aden Abdulle di Mogadiscio. Almeno 6 persone sono morte e una dozzina sono rimaste ferite quando un’auto-bomba e’ esplosa fuori un ristorante vicino all’entrata dell’aeroporto. I migliori auguri di una giornata produttiva! Se avete notizie da condividere scrivete a italiansinfuga@gmail.com. Grazie!
18 minutes | Feb 13, 2014
Studiare all’università a Londra
Andrea Fischetti vive a Londra dove è andato a studiare all’università. Andrea condivide la sua esperienza e intervista altri studenti Italiani ed Italiane a Londra sul suo blog ‘University in London’ e sulla pagina Facebook ‘Uni In London’. La scelta di Andrea è stata dettata dal fatto che quello che voleva studiare (relazioni internazionali con indirizzo ‘peace and conflict studies’ al quale vorrebbe far seguire un Master in ‘war studies’) era relativamente specifico e non era altrettanto disponibile in Italia. L’unico modo per farlo in Italia sarebbe stato quello di entrare nella Marina, nell’Esercito o nell’Aeronautica. Andrea non si è iscritto direttamente dopo le superiori bensì ha studiato per 6 mesi un corso di lingua inglese accademica a Londra che lo aiutasse a passare l’esame IELTS richiesto per l’iscrizione all’università e per migliorare la propria conoscenza di termini tecnici inerenti il suo ramo di studi futuri. Attraverso le interviste che ha fatto e le persone che ha conosciuto, Andrea ha scoperto due cose. Innanzitutto che gli Italiani hanno una marcia in più consentendo loro di adattarsi bene a situazioni diverse e problematiche. Twitta! "Noi Italiani abbiamo sempre una marcia in più" - Andrea Fischetti http://ctt.ec/G06PF+ @italiansinfuga #londra In secondo luogo che gli studenti che ha conosciuto dicono di voler tornare in Italia facendo valere quello che hanno studiato ed imparato a Londra. All’Andrea di alcuni anni fa, Andrea consiglierebbe di studiare l’inglese, facendone la priorità principale. Inoltre esplorare tutte le possibilità che si presentano senza abbattersi alle prime difficoltà. Il costo della vita a Londra è alto. Anche vivendo al risparmio totale (condividendo casa con cinque/sei amici, facendo la spesa risparmiando al massimo, muovendosi a piedi o in bicicletta) meno di 700/800 sterline al mese non si spendono. I trasporti pubblici sono particolarmente costosi. Andrea è però riuscito a ricevere un finanziamento per pagare le rette universitarie (6.780 sterline all’anno) dall’Unione Europea. Nonostante la fonte del finanziamento sia un po’ diversa dalla maggior parte dei finanziamenti utilizzati in Inghilterra, la domanda viene sempre inoltrata attraverso UCAS. Il finanziamento dovrà essere restituito a rate quando Andrea troverà un lavoro che paghi più di 21.000 sterline lorde annuali. Durante gli ultimi due anni Andrea ha notato un enorme affluss
2 minutes | Feb 13, 2014
La politica italiana vista dall’estero
Sembra che Renzi diventerà Presidente del Consiglio. Indipendentemente dalla persona o da chi l’ha preceduto, ho forti dubbi sul percorso con il quale l’Italia sta per scegliere una delle figure più importanti se non la più importante. Renzi è diventato segretario del PD con 1.638.934 voti alle primarie del 2013. Gli aventi diritto al voto per la Camera dei Deputati alle elezioni del 2013 erano 50.449.979. In pratica Renzi diventa Presidente del Consiglio con il 3,2% degli Italiani e delle Italiane che ha espresso un voto a suo favore. Senza elezioni politiche. Il 96,8% degli Italiani e delle Italiane non ha mai detto di volere Renzi come Presidente del Consiglio. Solo a me sembra un po’ anomalo? Twitta! Il 96,8% degli Italiani non ha mai detto di volere Renzi come Presidente del Consiglio. http://bit.ly/1cAkS4D @italiansinfuga
43 minutes | Jan 5, 2014
Come ho trovato lavoro nel sistema sanitario inglese
Nicoletta Buffolo ci aggiorna su come è stata assunta dal sistema sanitario britannico, il famoso National Health Service (NHS). Mentre maturava esperienza nel Regno Unito come 'carer', Nicoletta continuava a cercare lavoro all'interno servizio sanitario britannico. Ricevette quindi cinque inviti ad un colloquio di lavoro riuscendo poi con successo a superare una selezione. Il “segreto” è stato quello di offrire esattamente l'esperienza di lavoro che cercavano piuttosto che “sette lauree”. Per quel che riguarda la concorrenza, Nicoletta rivela che l'ospedale per il quale lavora ha ricevuto circa cinquecento domande per una ventina di posizioni disponibili. In particolare per il posto di lavoro che Nicoletta ha ottenuto ventiquattro persone erano state selezionate per sostenere un colloquio di lavoro. La differenza nella domanda di Nicoletta è stata che il suo profilo rispecchiasse fedelmente i criteri ed i requisiti definiti nella descrizione delle responsabilità per lo specifico lavoro. La concorrenza è enorme perché durante gli ultimi due anni la popolazione di Londra è cresciuta enormemente. Nicoletta da dicembre lavora come Health Care Support Worker all'interno di un reparto maternità. È un ruolo che dà molta autonomia da subito. Il primo bilancio che Nicoletta può fare di queste prime settimane di lavoro è molto positivo soprattutto dopo una ricerca lavoro che è durata un anno e otto mesi. Consiglia di avere le idee chiare su cosa fare e abbastanza soldi da parte in modo da supportare i periodi magri che inevitabilmente si incontreranno. Sottolinea inoltre che a volte ci vuole la fortuna. Suo figlio, ad esempio, è andato a Barcellona e in cinque giorni ha trovato lavoro come cuoco mentre lei a Londra ha fatto molta più fatica. Gli ospedali britannici sembra però che siano alla ricerca di personale in modo abbastanza “disperato” per cui tanto c'è una grande presenza di personale straniero negli ospedali del Regno Unito. Nicoletta conclude dicendo che a Londra è forse più difficile trovare casa che trovare un lavoro. Attualmente vive in condivisione ma non è troppo contenta. Complimenti Nicoletta!
COMPANY
About us Careers Stitcher Blog Help
AFFILIATES
Partner Portal Advertisers Podswag Stitcher Studios
Privacy Policy Terms of Service Your Privacy Choices
© Stitcher 2023