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AudioRivista.it

70 Episodes

21 minutes | 5 days ago
La Contessa di Castiglione: il sesso e la Patria - Podcast
Una figura, quella di Virginia Oldoini, in cui mondanità, bellezza, orgoglio femminile e forza di patriottismo hanno potuto fondersi e risplendere in modo talmente grande e spettacolare che il ricordo ne resiste ancora perfettamente vivo. La presenza, il fascino e la spregiudicatezza della Contessa furono poste con pieno successo da Cavour al servizio dei Savoia per la realizzazione della tanto sospirata e attesa alleanza con la Francia di Luigi Napoleone. Ma la stessa “Castiglione” fu pure assoluto e meraviglioso esempio di cambiamento epocale nel costume dell’Italia preunitaria e risorgimentale. Fu definita come la donna più bella al mondo nel diciannovesimo secolo e la sua figura dal fascino incomparabile proruppe scompaginando letteralmente l’ambiente dei ceti dirigenti dell’ottocento, troppo rigidi e bigotti in rapporto ai moti di rinnovamento che stavano percorrendo la società di allora. Nell’ “intervista impossibile” che ha rilasciato a Filippo Roncaccia, la contessa parla del suo rapporto con la famiglia paterna e dei dissidi con l’ambiente dei parenti sofferti per via della sua femminilità che lei vedeva e sentiva prorompere fino dall’adolescenza; riporta le noiose contrarietà date dal rapporto stucchevole con il marito conte Verasis Asinari di Castiglione in contrapposto all’intensità dei numerosi incontri intimi avuti con l’alta aristocrazia e la grande borghesia d’Italia e d’Europa; rammenta i sapienti metodi utilizzati per aumentare l’interesse attorno alla propria figura con il divertimento di veder incrementare il proprio patrimonio personale mentre dissipava quello del marito; racconta, ovviamente, dell’entusiasmo con cui ha interpretato l’abile manovra in cui seppe combinare sesso e diplomazia per assicurare a Cavour l’alleanza coi francesi partecipandoci in fine anche lo stato di fioco e progressivo abbandono della sua vita ormai in pieno decadimento e verso l’unica inevitabile prospettiva di una morte in solitudine. Testo di Filippo Roncaccia Voce di Rita Gatti Musiche: Eugen Doga: Gramofon Waltz – Gioacchino Rossini: Semiramide, ouverture. Levente Gyorgy con la Karlovy Vary Symphony Orchestra.
15 minutes | a month ago
Un caffé con Anna Magnani - Podcast
Nella mirabolante e relativamente breve vita di Anna Magnani vi è un aspetto che viene spesso trascurato e che invece Filippo Roncaccia pone al centro di questa sua “intervista impossibile”: il costante impegno nello studio, sorprendente per chi come l’attrice famosa nel mondo è ricordata soprattutto, oltre che per le grandi doti artistiche, per il forte temperamento e la carica di spontaneità. La sfolgorante carriera di Magnani, di cui nel 2023 ricorrerà il cinquantenario della morte, si snoda lungo un arco temporale che comprende sia uno dei periodi più bui della storia d’Italia, sia la successiva “rinascita della Patria” con il boom economico. Se si dovesse scegliere una figura femminile a simboleggiare lo Stivale di allora, di certo quella avrebbe le sembianze di “Nannarella”, la “sora Pina” del film “Roma città aperta” di Roberto Rossellini. Quella pellicola del 1945, vero e proprio manifesto del neorealismo, rimarrà negli annali della cinematografia e darà fama internazionale a Magnani, che vi interpreta il ruolo di una donna del popolo uccisa dai nazisti mentre tenta invano di salvare il marito da una retata. Un personaggio fortemente caratterizzato che aprirà la via a “Serafina Delle Rose”, la protagonista de “La rosa tatuata” il film di Daniel Mann del 1955 con cui Magnani vince l’ Oscar, prima attrice non anglofona a ricevere l’ambitissimo premio. Ma di premi “Nannarella” ne collezionerà tanti: oltre all’ oscar, ben cinque nastri d’argento, due David di Donatello, un globo d’oro, una Coppa Volpi al Festival di Venezia, un Orso d’argento a Berlino, un Oscar della cinematografia britannica. Questi riconoscimenti vanno a premiare certo il talento ma anche – sottolinea l’autore di questo podcast – l’ impegno che Magnani ha profuso nello studio negli anni della scuola, del conservatorio e dell’ accademia di arte drammatica e anche nella sua attività artistica. Testo di Filippo Roncaccia, voci di Raffaele Viola e Linda Ramponi. Musiche: frammento da Ottorino Respighi – Feste romane: III L’ottobrata – Arturo Toscanini con la NBC Symphony Orchestra
25 minutes | a month ago
Elisabetta, la sposa di Dracula - Podcast
Come in un film di Quentin Tarantino o di Oliver Stone, Filippo Roncaccia in questa sua nuova intervista impossibile incontra una giovane donna esile e aggraziata nei modi ma che per amore si è lordata l’anima di sangue. Le vicende che la giovane racconta sono incentrate sulla figura del marito, il Principe Vlad di Valacchia, passato alla Storia come un abile guerriero in lotta contro i Turchi – che in quel 15mo secolo sono in forte espansione nei Balcani – e che però è entrato nella leggenda come Dracula, lo spietato uomo-vampiro della Transilvania. Una leggenda del tutto infondata, proclama la donna. La principessa – Elisabetta il suo nome – è innamorata del marito al punto di seguirlo in battaglia sgozzando e scannando il nemico come e più di un soldato, ben decisa a non sopravvivere allo sposo se egli dovesse morire. Vlad – dice – è un uomo che sente forte il dovere di difendere il suo popolo dai conquistatori venuti dall’ Asia che già hanno inflitto lutti innumerevoli e grandi sofferenze alla sua gente. Alla ferocia del nemico egli risponde con la ferocia del vendicatore che pareggia i conti. Vasto in effetti è il perimetro delle efferatezze attribuite al Voivoda soprannominato non a caso “l’impalatore”. Tuttavia non così vasto da ricomprendere anche la pratica vampiresca succhiasangue attribuitagli secoli dopo, sul finire dell’ Ottocento, dallo scrittore inglese Bram Stoker. Quel filone – che verrà ampiamente sfruttato anche dall’industria cinematografica – prende origine da storie menzognere fatte circolare ad arte da mercanti tedeschi per vendicarsi dei taglieggiamenti subiti ad opera di Dracula, secondo quanto assicura adesso – secoli dopo – la principessa Elisabetta in questa sua appassionata difesa del marito. Ascoltiamola. Nell’immagine: Vlad Terzo voivoda (principe) di Valacchia Musiche: Jasper String Quartet, frammento da Der Tod und das Maedchen di Franz Schubert ; Grigoriy Nuzhny, Classical vibes 1, www.mixit.co
7 minutes | 2 months ago
Giacomo Leopardi e il gioco del destino - Podcast
Nell' operetta morale intitolata "Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere" che qui viene presentata, Leopardi sviluppa il tema del rapporto dell’essere umano col proprio destino scegliendo la strada di sfatare i luoghi comuni che si sono formati attorno all’attesa dell’anno nuovo. L’attendersi, appunto, quasi per forza un tempo migliore dall’anno che deve venire, il senso del tempo che passa con i mali che vi incontriamo, il desiderio di vivere una vita differente da quella che viviamo o abbiamo vissuto e, ovviamente, la speranza che in qualche modo si possa predire, condizionare e indirizzare il futuro. La meraviglia che si prova venendo in contatto con il genio di Giacomo Leopardi, è che in questo dialogo il poeta affronta la tematica più difficoltosa dell’essere umano e riesce ad esprimerla ai massimi livelli di bellezza, sensibilità e profondità utilizzando uno strumento semplice come un dialogo di strada. Questo componimento letterario, inoltre, appare svolto con la massima naturalezza concedendo pochissimo all’artificio del narratore e cioè il modello adottato anche da altri del confronto del livello superiore rappresentato da una persona più smaliziata, il “passeggere”, e di quello inferiore esemplificato da una figura più ingenua che nella fattispecie è appunto il venditore di almanacchi.
11 minutes | 2 months ago
Shakespeare, Giulio Cesare e ... il pendolo della Storia
Nella tragedia “Giulio Cesare” di William Shaspeare viene messo in scena il confronto tra chi alla stregua di Bruto sacrifica i propri affetti più cari per un bene che considera superiore, la libertà, e chi come Marco Antonio piega invece il proprio sentimento di amicizia sincera alle necessità della lotta politica, guidato dall’ambizione personale. È il tema principale di uno dei drammi più belli di tutti i tempi: Giulio Cesare di William Shakespeare. Nel monologo di Marco Antonio - tra i più significativi esempi della forza espressiva del drammaturgo inglese - si può cogliere il momento in cui il pendolo della Storia cambia verso e il complotto anticesariano viene ridotto all’impotenza dall’intervento sagace di Marco Antonio, amico di Cesare e a lui fedele in politica. Shakespeare conosce infatti la differenza che passa tra coloro che vendono soltanto parole ed i veri politici; questi ultimi sanno che per rendersi credibili occorre presentarsi con almeno qualche segno concreto. Marco Antonio riporta la bilancia del potere a favore della propria parte mostrando al popolo la pergamena con il testamento di Cesare che costituisce, appunto, suoi eredi tutti i cittadini di Roma. Nel sottolineare quel momento Shakespeare – in linea con la moderna storiografia - ha saputo individuare il momento in cui gli equilibri del potere si rovesciano. I congiurati delle Idi di Marzo non erano un gruppo isolato: avevano motivo di sperare nell’appoggio di fazioni potenti. Ma l’ istinto, la prontezza e l’ abilità di un politico di razza quale nel dramma shakespeariano si palesa Marco Antonio riescono a riportare compatta la componente popolare a favore del movimento cesarista e contro i congiurati, che saranno costretti a fuggire da Roma.
13 minutes | 2 months ago
Dante, selezione dalla Commedia a cura di Carlo Colognese - Parte terza - Podcast
Seguiamo Carlo Colognese nella sua introduzione al terzo canto dell’ Inferno della Divina Commedia e nella lettura del canto stesso. Dante affronta l’argomento dell’ ignavia, in uno dei tratti del poema che hanno lasciato maggiormente il segno nella memoria popolare con la potenza delle immagini della porta d’entrata all’ inferno, la figura di Caronte, traghettatore delle anime dannate, ed infine la forza espressiva di frasi come “Lasciate ogni speranza oh voi ch’entrate”, “Senza infamia e senza lodo”, “Non ragioniam di lor ma guarda e passa”. Tra gli ignavi, di cui parla il canto, Dante fa capire di aver riconosciuto Celestino Quinto noto proprio come dice lo stesso Sommo Poeta per aver “fatto il gran rifiuto”; aver rinunciato cioè al Soglio Pontificio. Anche se lo stesso Celestino Quinto fu fatto santo quando Dante era ancora in vita, il poeta lo pone tra gli ignavi all’inferno perché dopo quel rifiuto venne eletto papa Bonifacio Ottavo che con le sue manovre costrinse Dante all’esilio. Carlo Colognese ci offre una lettura del canto che si potrebbe definire “epica” per la passione autentica con cui ce la trasmette e il ritmo coinvolgente di cui si serve per esprimerla. L’introduzione, con la cura impiegata da Carlo Colognese nel riprendere temi e tracce di ragionamento ponendole in rapporto con la temperie storica in cui Dante ha scritto, serve a seguire con vero gusto la lettura fluida, ritmata e appassionata con cui Colognese ci porge il canto terzo medesimo. Ecco , di seguito, la trascrizione dell' introduzione. Tre donne benedette hanno fatto sì che Dante cominciasse il suo cammino illuminato dalla poesia di Virgilio. La Vergine, Santa Lucia, Beatrice, le tre metafore della ricerca di Dio. Esse si sono impegnate a soccorrere l’anima di Dante che stava per perdersi nella selva dell’errore e del peccato. Ora siamo giunti davanti alla porta che si apre sull’abisso. Qui conviene abbandonare ogni speranza. L’eterno giudizio attende coloro che entreranno. Ma Dante e Virgilio stanno ancora nel non luogo che anticipa il giudizio. Qui stanno le anime di coloro i quali non hanno mai preso posizione nella vita, Non converrebbe nemmeno parlarne tanto è grave il peccato dell’ignavia. Si l’ignavia è un peccato, ma coloro che non si sono mai spesi per una causa non sono degni nemmeno di stare all’inferno. Stanno qui in questa landa senza luce, tormentati da insetti mentre un vessillo di cui non si coglie il profilo e la natura li costringere a correre. Questo è il luogo degli angeli che non si schierarono ne con Dio ne con lucifero, qui sta colui che per viltà fece il gran rifiuto, forse celestino quinto. La cosa interessante è che pur essendo puniti in eterno, non sono degni nemmeno dell’inferno terribile. La legge del contrappasso li costringerà a correre per sempre, sospinti dal vento e tormentati da insetti immondi. Tuttavia il vero protagonista del canto è Caronte, figura demoniaca che dante prende in prestito dalla mitologia classica. Caronte è il traghettatore delle anime perdute che, sempre per il contrappasso, hanno una furiosa ansia di giungere alla loro destinazione. Caronte capisce che Dante è vivo e si interroga sul perché un vivo stia su quella sponda, cercando di entrare nelle contrade dell’eterna dannazione. Sarà Virgilio a zittire il demone. Tuttavia interverrà un terremoto che aiuterà Dante a chiudere questo canto, come farà altre volte, con uno svenimento provvidenziale. Nell' immagine: "Dante e il suo poema" (particolare) affresco di Domenico di Michelino (1417-1491) - Santa Maria del Fiore (Firenze)
43 minutes | 2 months ago
"La scoperta de l' America" raccontata da Pascarella
Si parla molto dell’ironia come tratto caratteristico del popolo romano. Di solito vi si affianca un certo cinico disincanto. Il grande poeta romano Cesare Pascarella ambienta il suo racconto della scoperta dell’America dentro una vecchia osteria; in questo ambiente, mentre si beve e si “ragiona” in modo popolare, si dimostra un’ironia profonda e intelligente assieme alla capacità di riflettere con saggezza sulle grandi dinamiche della storia. Il sicuro patrimonio di un popolo che viene da lontano e di ciò è pienamente cosciente. Testo di Cesare Pascarella (1858 - 1940) voce di Filippo Roncaccia
14 minutes | 3 months ago
"Rime frascatane": in osteria con Luigi Cirilli
Mauro Grossi recita una raccolta di versi di Luigi Cirilli su Frascati. Ne ha già fatto materia per uno spettacolo teatrale proposto allo spettatore come un album di ricordi dove particolari fotografati in soggettiva, vengono alternati a grandi panoramiche tra passato, presente e futuro della cittadina dei Castelli Romani. Il linguaggio con cui il poeta si esprime, è il vero filo conduttore di questa avventura poetica; egli, e con lui Mauro Grossi, racconta di Frascati ma al contempo parla a Frascati con intensità e dolcezza modulate precisamente in ciascuno di questi due momenti. Luigi Cirilli (1928-2012), poeta dialettale molto amato a Frascati e conosciuto anche altrove, era autodidatta avendo dovuto interrompere gli studi in giovanissima età per dare aiuto alla famiglia con il proprio lavoro. La sua attività poetica si estese, oltre alle classiche rime dialettali, anche alla parodia dei grandi poemi antichi dove Cirilli inseriva personaggi reali e situazioni di vita vissuta del suo paese.
14 minutes | 3 months ago
Dante, selezione dalla Commedia a cura di Carlo Colognese - Parte Seconda
In questa seconda parte della sua personale selezione Carlo Colognese legge e commenta il Secondo Canto della Divina Commedia. Nell'immagine: Dante e Virgilio in un' illustrazione di Paul Gustave Doré (1832 - 1883)
17 minutes | 3 months ago
Le Erinni
Enrico Tullio Pizzicannella torna ad esplorare gli antichi miti e stavolta si sofferma su figure molto particolari, che non appartengono né agli dei né agli eroi: le Erinni. Ci sono colpe tremende, come l'uccisione del proprio padre o della propria madre, o di un fratello, che ne gettano il responsabile nella più cupa disperazione, per l'orrore del delitto commesso, fino a farlo impazzire. Perché l’atto compiuto è naturalmente inaccettabile, moralmente insopportabile. I Greci, nel loro racconto mitologico, hanno spesso avuto la capacità e la sensibilità di tradurre in figure ben definite questi stati d'animo estremi. Vale allora la pena accendere un faro sulle Erinni, entità punitive, primordiali e spaventose. Perché il mito non sono solo eroi e dei, ma anche i lati oscuri dell'uomo che nel mito li definisce e, in qualche modo, ci fa i conti. Nell' immagine: Oreste inseguito dalle Erinni (particolare) - 1862, William-Adolphe Bouguereau (Chrysler Museum of Art - Norfolk, Usa) Musiche: KieLoKaz - "Just Arround the World " dall' album Free Ganymed (FMA)
27 minutes | 3 months ago
Giacomo Leopardi: dialogo della Natura e di un Islandese
Giacomo Leopardi si cimenta col senso complessivo dell’esistenza sulla terra e, per farlo da par suo, sceglie situazioni iperboliche vissute da personaggi anch’essi proposti al massimo dell’originalità. L’islandese fuggiasco a vita per gli angoli più estremi della terra, incontra in uno dei posti più selvaggi dell’Africa colei da cui sta fuggendo: la Natura. Oltre all’ineluttabilità del confronto che ognuno di noi deve sostenere, internamente o esternamente, con la “natura” stessa, da questo dialogo emerge il fatto che il mistero della vita sulla terra soverchia qualsiasi argomentazione logica che noi possiamo utilizzare per risolverlo. Voci di Alberto Gini (il Narratore), Isabella Lattanzi (la Natura) e Filippo Roncaccia (l' Islandese) Musiche: "Adrenaline" di Mamoune Taleb; Sea Dragon - "Enrollados" dall'album Consumir y Morir (FMA); "Investigations" di Kevin MacLeod Licensed under Creative Commons: By Attribution 4.0 License Immagine: Caspar D. Friedrich - Il viandante sul mare di nebbia (particolare) - 1818 Hamburger Kunsthalle (Amburgo)
14 minutes | 3 months ago
Dante, selezione dalla Commedia a cura di Carlo Colognese - Parte Prima
Cogliamo l'occasione del ricorrere il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri per proporre una selezione dei canti della Divina Commedia. Ovviamente ognuno ha in mente una sua personale scelta dei versi della Commedia, quindi diamo per scontata, la nostra, essere soggetta al gusto personale, alla fama degli endecasillabi scelti, all'emozione personale che questi hanno suscitato in noi. Tuttavia abbiamo cercato di costruire un percorso critico di cui parleremo commentando volta per volta ciò che verrà letto. Raccogliamo quindi tutto ciò che ci viene dagli anni del liceo e lo affidiamo a chi vorrà ascoltarci, convinti come siamo che la poesia di Dante, come tutte le espressioni della classicità, ha e avrà ancora molto da dire all'uomo del presente e del futuro, quando questi vorrà tornare ad interrogare se stesso nel silenzio della riflessione e della ricerca della verità. Illustrazione: Eugène Delacroix – Dante e Virgilio all’ Inferno (particolare) 1822 - Louvre
5 minutes | 6 months ago
Giovanni Pellegrini, quattro poesie
" Scrivere poesie da molte persone è considerato un hobby, certamente non è un mestiere, come dice il detto latino carmina non dant panem, Non si campa con la poesia, eppure è un'arte in cui si cimentano in tanti. Perché ? Perché, secondo me, tutti hanno bisogno di esprimere i propri sentimenti. Certo non sempre i risultati sono all'altezza delle aspettative. Io scrivo poesie per passione perché mi piace andare a cercare dentro di me le emozioni per capire da cosa sono generate come una specie di autoanalisi. Se il risultato è soddisfacente lo possono giudicare i lettori e, in questo caso, gli ascoltatori." - Giovanni Pellegrini Immagine: Jean-Michel Folon - (particolare)
14 minutes | 6 months ago
Enzo Ferrari: veloci per sempre - Podcast
Molto dell' identità italiana si rispecchia nella vita e nell'impresa di Enzo Ferrari. In uno dei suoi "incontri impossibili", AudioRivista.it l' ha raggiunto a Fiorano, dopo una delle tante prove su quel circuito, per indagare assieme a lui sul significato più profondo della sua avventura cui hanno fatto da cornice le corse più belle e temerarie di tutti i tempi, della sua vita di costruttore di automobili uniche al mondo oltre che sull'essenza reale su cui si fonda tutto ciò che è la Ferrari del cavallino rampante.
12 minutes | 7 months ago
Colognese commenta "Le ceneri di Gramsci" di Pasolini
Parlare di Pasolini poeta è sempre stato difficile in un paese come l’Italia, dal provincialismo radicato. Eppure - osserva Carlo Colognese nell'introduzione a questo suo commento a "Le ceneri di Gramsci" - Pasolini era essenzialmente un poeta, forse uno dei più grandi del Novecento italiano. Un poeta, un intellettuale che ha saputo guardare al suo tempo con sguardo profetico.Il progredire devastante di una cultura mistificante e mistificata che, attraverso il consumo, è stata fedele ancella di un capitalismo e di una borghesia cialtroni, alla ricerca della cialtroneria concepita come regola. “Le ceneri di Gramsci”, rappresenta il lamento estremo del poeta che registra nella fine della sinistra, la chiusura di un’epoca intera che si era aperta con La Resistenza e che finiva nel conformismo generale. "Amado mio" nell'interpretazione di Rita Hayworth protagonista del film "Gilda" viene qui citato perché - come ben noto - uno dei brani preferiti del poeta .
7 minutes | 7 months ago
Il Pellegrini: "Sesto, non fornicare"
Dice il Pellegrini: "Scrivo per ricordare, parola che contiene il vocabolo cuore, dal latino cor,cordis, ridare al cuore. Così ridò al mio cuore tutte le persone e le cose che ho amato. E scrivo anche per ricordare a chi ci seguirà perché non vada perduta la memoria di quelli che sono venuti prima di noi, quella civiltà contadina che sembra scomparsa. I miei ricordi sono localizzati nel mondo contadino toscano, dove il serio e il faceto vanno a braccetto ed anche le tragedie vengono rivestite di comicità e ne viene sottolineato l’aspetto grottesco forse per renderle meno dolorose e accettabili." Testo e voce di Giovanni Pellegrini
18 minutes | 7 months ago
Cavour: la gola, il sesso e ... la diplomazia
In questo "incontro impossibile" Cavour aprirà uno sguardo intimo e approfondito sulla figura della donna più bella del diciannovesimo secolo, la contessa di Castiglione, dandone anche cenni sui vezzi erotico – sessuali e sulla seduzione da lei compiuta su Napoleone terzo. Ci offrirà anche due ricette originali preparate da lui stesso nelle ore che precedono avvenimenti di importanza cruciale per la vittoriosa seconda guerra d’indipendenza. Nell' immagine: Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione
19 minutes | 8 months ago
La "Mestozia" di Achille Campanile
Il breve racconto che segue, tratto dalla raccolta "Manuale di conversazione" pubblicata da Rizzoli nel 1973, illustra bene lo stile di Achille Campanile, giornalista, scrittore, drammaturgo e grande giocoliere nel maneggio della parola. Cultore del paradosso, fa un uso sapiente del lessico per depotenziare il significato delle parole fino a renderle equivoche con risultati esilaranti ma anche spiazzanti poiché la parola è la più diretta delle convenzioni sociali e il suo dileggio è anche il dileggio delle stesse convenzioni. Voce di Alberto Gini
9 minutes | 9 months ago
Dove nasce la Costituzione?
E' il 26 gennaio del 1955. Milano. L' avvocato Piero Calamandrei, uno dei fondatori del Partito d' Azione, è stato invitato ad illustrare ad un gruppo di giovani - studenti universitari o delle scuole medie superiori - i principii e i valori della Costituzione repubblicana, entrata in vigore sette anni prima. Di quell' intervento è giunto fino a noi un ampio stralcio sonoro. Eccolo. A cura di Alberto Gini
8 minutes | 10 months ago
Eugenio Montale, sei liriche
"La poesia rappresenta la capacità di svelare profonde verità attraverso il sapiente uso della parola. La sento e la vedo molto vicina alla pittura perché effettivamente dipinge con le parole e con i loro giochi, un affresco di senso altrimenti indicibile. Non esprime concetti, non dice; semplicemente stupisce colpendo nel segno".Dall' introduzione di Enrico Tullio Pizzicannella. Voce dello stesso Enrico Tullio Pizzicannella
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